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Keith Emerson: «Che emozione suonare per gli italiani»

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Il calendario romano prevede Bob Dylan, i Roxy Music, Eric Burdon, Billy Joel, Jackson Browne & David Lindley, e Keith Emerson, un altro reduce del favolosi anni '70, che domani suonerà a Villa Ada nel festival «Roma Incontra il Mondo», apertura del suo breve tour italiano. Classe 1944, inglese dello Yorkshire, Emerson cominciò a farsi un nome verso la metà degli anni '60 con i Nice, raffinata band che (forse) per prima ebbe il coraggio di sperimentare la fusione tra il rock e la musica classica, vagando tra Frank Zappa, Bach, Leonard Bernstein e Tchaikovskij. Virtuoso del piano, dell'organo Hammond e cultore del Moog, dopo lo scioglimento dei Nice mise in piedi un trio, Emerson, Lake & Palmer, che in Italia ebbe il suo momento di gran spolvero: a Roma, nel '73, i tre tennero al Flaminio uno dei primi concerti italiani in uno stadio. Divenuto famoso anche per la sigla (Honky Tonky Train Blues) di un programma televisivo di culto, «Odeon» e per le colonne sonore di alcuni film horror («Inferno» di Dario Argento) Keith Emerson arriva in tour per riproporre i suoi vecchi successi e brani dell'album, «Emerson Plays Emerson». Nel 2003 ha riunito i Nice dopo oltre trent'anni. Come mai? " «È stata un'idea del mio produttore, sono felice di tornare a Roma — ci dice al telefono —. È sempre un piacere suonare lì». Lei è stato influenzato dalla musica classica, di Bach, Bartok, Schostakovich, Mussorsky, che le ha ispirato il noto «Pictures At An Exibition». «La musica classica è la mia fonte di ispirazione più alta, ma è la musica in generale che m'spira. Gli autori che lei ha citato sono fra i miei preferiti». In Italia, è famoso anche per le sigle di alcuni programmi tv e per le colonne sonore di film horror. «Sì. Lo so, è stato un caso, ma mi ha fatto molto piacere e dato molta popolarità. Riguardo ai film mi piace molto lavorare con gli italiani, e mi diverte musicare quelli horror». Che ricordo ha del primo concerto al Flaminio? «È stato un grande concerto, non sapevamo di avere tanti fan in Italia». Ha un rapporto speciale con il pubblico italiano? «Sì, la gente è molto calda, è sempre bello tornare». I giornali inglesi definirono la musica degli ELP heavy metal. «Forse, non l'avevano ascoltata bene». Gli ELP sono stati i primi a fondere efficacemente il rock e con la classica. «È stata la continuazione del lavoro iniziato con i Nice, non so se siamo stati i primi, ma era l'idea di musica rock che avevo in mente. Forse, molti hanno ascoltato gli originali dei classici da noi rielaborati». Che tipo di concerto propone oggi? «Suono con altri tre musicisti i grandi hit degli ELP e le mie cose più recenti. Ascolto tutta la musica: la world music, in particolare quella irlandese e quella africana».

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