Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

di LORENZO TOZZI FINORA di «Butterfly» in scena se ne erano viste tante: con frigoriferi dell'età post-industriale, ...

default_image

  • a
  • a
  • a

Ma nessuno aveva osato sinora dare un seguito alla miserevole storia di Cho Cho San, la giovane geisha sedotta e abbandonata dal superficiale ufficialotto dei marines americani. Accade ora che qualcuno racconti il dopo harahiri, gesto estremo con cui la ragazza giapponese si toglie la vita alla notizia del disonore (il bravo Pinkerton faccia-da-schiaffi si era trovato nel frattempo un'altra adeguata compagna nel suo paese d'origine). Ecco così, dal 3 al 9 agosto (anniversario delle bombe di Nagasaki), di scena al Festival pucciniano di Torre del lago, Junior Butterfly con la musica di Shigeaki Saegusa sul libretto di Masahiko Shimada. Rigorosamente nipponico il cast e l'allestimento che nasce da una cooperazione con il Sakai City Opera. Controversa l'accoglienza in Giappone, sembra per un attacco finale antiamericano non gradito dall'ambasciatore degli States, come dimostra la sua protesta. Quasi duecento anni dopo che la lirica ha messo piede in Giappone, ecco la terra del Sol levante restituire per la prima volta all'Europa un prodotto lirico interamente nipponico. Un atto quasi di riconoscimento per aver Puccini immortalato con la Butterfly il Giappone (chiese numerose informazioni alla allora moglie del capo-delegazione giapponese a Roma) e dunque di ringraziamento e di restituzione culturale al Paese del melodramma. Tutto è partito dalla ricerca storica di una donna che a Nagasaki verso il 1891-94 (data presumibile dell'azione) si suicidò pugnalandosi (allora invece il suicidio femminile si praticava gettandosi dall'alto). La storia divenne un bestseller e Puccini la vide a teatro a Londra e la mise in musica solo una decina di anni dopo. Ma quale è in fondo il racconto di quest'opera, per cui il Festival pucciniano, che vorrebbe seguire le orme di quello wagneriano di Bayreuth, rossiniano di Pesaro, mozartiano di Salisburgo, ha fatto stranamente una deroga al tema generalmente e tradizionalmente pucciniano? Junior Butterfly è il figlio di Pinkerton e Cho Cho San, cresciuto in America col padre, dunque mezzo giapponese e mezzo statunitense. Lavorando al consolato americano in Giappone conosce e s'innamora di Naomi e la sposa. Nonostante il suo pacifismo, JB vede la sua vita stravolta dallo scoppio dell'atomica: il protagonista viene imprigionato perchè americano e la sua compagna trasfigurata dall'esplosione con finale strappalacrime in un convento di Nagasaki. L'opera, già presentata nel 2004 a Tokyo e a Kobe con la regia di Daniele Abbado, muove da una citazione del finale del capolavoro pucciniano. Altra curiosità è che il coro amatoriale sarà formato da politici, finanzieri, ex ambasciatori e anche ex premier per un totale di circa 60 persone. Che il teatrino della politica non sia solo di casa nostra?

Dai blog