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«Che noia essere come il prezzemolo in tv»

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«Potevo fare Star Trek, ma non ho voluto lasciare il mio Paese». Presto sul grande schermo con «L'inchiesta»

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Un passato professionale a fianco di mostri sacri come Alberto Sordi e Luigi Magni. Adesso Anna Kanakis torna al grande cinema ed alla grande fiction con «L'inchiesta» una pellicola che ad ottobre sarà nelle sale di casa nostra e sei mesi dopo verrà trasmessa come miniserie in due puntate su Raiuno. È il racconto, ambientato tra atmosfere di mistero e di storia nel 35 dopo Cristo ai tempi dell'imperatore Tiberio, delle origini del cristianesimo. Il cast di grande prestigio, con la regia di Giulio Base, comprende tra gli altri Ornella Muti, Daniele Liotti, Max Von Sidow, Murray Abraham, Enrico Lo Verso. La pellicola è stata girata quasi interamente in Tunisia nella cittadella della fiction nei pressi di Hammamet dove è stata ricostruita la Roma antica. Oltre agli ulteriori progetti professionali, la Kanakis racconta il proprio privato, rivelando anche di aver avuto il coraggio di rinunciare ad una allettante proposta hollywoodiana. Possibile che la mecca del cinema di Hollywood non la affascini come accade ad altri suoi colleghi? «Al cinema statunitense ed alla sua stritolante macchina divistica, preferisco quello europeo. Sono stata sfiorata da proposte francesi in un momento in cui ero fermamente intenzionata a sfondare in Italia. Ma soprattutto sono stata avvicinata da una grande produzione americana con l'invito a ricoprire il ruolo di un'aliena molto sensuale e mediterranea in Star Trek. La dirigente che mi contattò mi sollecitava a trasferirmi a Los Angeles almeno per quattro anni. Quell'offerta non faceva parte delle mie ambizioni per lo specifico ruolo che difficilmente mi sarei scrollata di dosso in seguito. Altre opportunità mi avrebbero consentito di trasferirmi a Parigi. Analogamente non me la sono sentita. Oltre ad essere troppo legata all'Italia mi immalinconiva l'idea di espatriare per poter lavorare». Eppure il cinema di casa nostra non offre molte possibilità di scelta alle attrici. Non ci ha pensato? «È vero. L'Italia non valorizza i suoi artisti come fa la Francia, ad esempio. Penso a Monica Bellucci e ad Anna Galiena che hanno avuto da noi quel successo di ritorno dopo aver sfondato all'estero. La nostra cinematografia dovrebbe superare il limite di non dare abbastanza spazio all'elemento femminile ed adeguarsi agli standard europei che indagano con molta maggiore attenzione nell'universo e nella psicologia delle donne». Qual è il giudizio che da di se stessa come attrice? «Mi sono sempre impegnata al massimo per apparire credibile. Il pubblico mi ha apprezzata anche se io sono molto critica non solo nei riguardi di me stessa ma anche verso gli altri». C'è un personaggio nel quale le piacerebbe calarsi? «Il mio sogno è interpretare Maria Callas, un'artista che amo ed apprezzo ed a cui mi ha avvicinata Mauro Bolognini. Il regista, infatti, mi ha voluta nel ruolo della grande cantante lirica Maria Malibran in "Casa Ricordi", dove cantavo doppiata dalla voce della Callas. Da quel momento mi sono avvicinata all'opera, soprattutto al melodramma italiano». Perché la si vede così raramente in tv? «Io non amo il "prezzemolaggio" televisivo. Nel senso che detesto andare in video solo per apparire. Il mio obbiettivo è frequentare la tv solo per dare un forte contributo a quei programmi, pochi per la verità, ai quali decido di partecipare». Non ama neppure i reality? «Credo di aver più volte manifestato la mia ripugnanza per il genere assolutamente deleterio per il cattivo esempio fornito alle giovani generazioni». Come si difende dall'invadenza del gossip nella vita privata dei personaggi noti? «Chi davvero vuole difendere la propria privacy, come me, cerca di evitare accuratamente tutti quei luoghi nei quali ci sono paparazzi e telecamere. Per me la mondanità si limita a pochissime, indispensabili, occasioni». E la sua vita privata? «Sono felicemente sposata. Conduco una vita semplice, credo nel valore della famiglia, ho rinunciato alla lunga serialità che richiede un impegno continuativo, per stare il più possibile accant

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