«Favori sessuali per la carriera? Sempre esistiti»
Nonostante la popolare attrice messinese conceda una quindicina d'anni di vantaggio alle colleghe straniere in vetrina a Montecarlo, le sue rare apparizioni sul bellevue monegasco hanno stregato fotografi, cineoperatori e fans del Festival. Signora Cucinotta, anche se è venuta al Festival per presiedere la Giuria Speciale, quale ambasciatrice Onu del World Food Programme e in rappresentanza di Amade (che si occupa dei diritti dei bambini nel mondo), come attrice si sente gratificata dal suo successo personale a Montecarlo? «Lo ammetto: vanità ed esibizionismo non mi sono estranei, altrimenti non farei l'attrice. Però, sono anche timida e questa contraddizione mi condiziona. Comunque, visto che ha citato le streghe, le annuncio che proprio in questa settimana partirò per la Grecia, dove girerò "Urania", un film in cui ho il ruolo di una donna a metà tra la strega e la prostituta di un villaggio. In questo piccolo centro senza Tv i ragazzini mettono i soldi da parte per poter, un giorno, fare visita a Urania. Ma ecco che il satellite porta nel villaggio una strega più affascinante di Urania: la televisione che, con gli eventi sportivi, le telenovelas eccetera, attira la gente (compresi i giovani) più della prostituta greca». E quando ritornerà in Tv, con una nuova fiction o, chissà, in un reality-show? "Dalla fiction non mi è arrivata nessuna proposta interessante, sul genere di "Marcinelle" per intenderci. Quanto ai reality, sono esclusi dalle mie prospettive di lavoro, perché non mi piace darmi al 100 per 100: nei reality le telecamere ti spiano tutto il giorno, sono una prigione. Per farli ci vuole la spinta che viene da una forte voglia di apparire o da un gran bisogno. Io non ho né l'una , né l'altro. Farei un reality solo in un caso estremo, ad esempio per procurarmi i soldi per salvare un amico gravemente ammalato». La spinta della vanità e la voglia di apparire sono state protagoniste dello scandalo di "vallettopoli": che ne pensa delle giovani che accettano di scendere a compromessi pur di apparire in Tv? «Anche ai miei tempi, quando ho incominciato i primi passi nel mondo dello moda e dello spettacolo, c'erano quelle che sgomitavano e che sceglievano la strada più facile. D'altra parte, lo scambio c'è sempre stato, fin da quando esiste il mondo, a partire da Adamo ed Eva. Poi, se si vuole, si può sventolare la bandiera della moralità, ci si può scandalizzare, ma resta il fatto che non è una novità. Per me, veramente orrendo è piuttosto il monitoraggio che ci controlla 24 ore al giorno e che ci nega privacy e misteri». Come produttrice ha nuovi progetti, dopo "All the invisibile children" il film sui bambini maltrattati realizzato coralmente da vari registi, come Spike Lee, Ridley Scott, Emir Kusturica? «A ottobre, produrrò un film che, come attrice, realizzerà il mio sogno nel cassetto: recitare la parte di una ragazza di campagna. Il film s'intitola "L'imbroglio sul lenzuolo" e lo dirigerà il grande Alfonso Arau, con cui ho già lavorato in "Ho solo fatto a pezzi mia moglie", accanto a Woody Allen e Sharon Stone. La storia è tratta dal romanzo dello scrittore napoletano Francesco Costa e racconta l'arriva del Cinema nel Sud d'Italia, nei primi anni del '900». Che cosa le ha insegnato l'impegno a favore dei bimbi maltrattati e malnutriti del mondo? «Basta andare in India per imparare dai bambini il senso perduto della vita. Loro hanno solamente bisogno di cibo, per il resto sono ricchi di sentimenti veri e di valori essenziali: osservandoli, capisci subito che la vera realtà è quella e non la nostra in cui ci contorniamo di mille cose che non servono a nulla».