di VALERIO SAMMARCO PESARO — Si è chiusa la 42° Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro, quest'anno ...
Oltre al concorso ufficiale, composto da pellicole inedite provenienti da tutto il mondo (la giuria ufficiale, composta dal regista Paolo Virzì, l'attrice Jasmine Trinca e il critico cinematografico Roberto Silvestri ha premiato, con un ex-aequo, «Sehnsucht - Desiderio» della tedesca Valeska Grisebach e «A Short Film about the Indio Nacional. Or the Prolonged Sorrow fo Filipinos - Un piccolo film sui Nativi. O la sofferenza senza fine del popolo filippino» del giovanissimo Raya Martin), molto successo ha riscontrato il 20° Evento Speciale, curato da Vito Zagarrio, regista e docente universitario, dedicato quest'anno al cinema degli esordi italiani dal 2000 ad oggi e giustappunto nominato «La meglio gioventù». Presentate dunque circa cinquanta pellicole (tra cui qualche cortometraggio) che, molto spesso, non sono riuscite nemmeno a trovare una distribuzione e, quando ciò è avvenuto, è stato possibile ritrovarle in pochissime sale. A corollario dell'evento, da martedì 27 giugno, sono stati organizzati alcuni incontri per provare a discutere a tutto tondo - modelli e stili di riferimento, estetica vs. mercato, legislatura da cambiare, e via discorrendo - sul fenomeno del «Nuovo Nuovo Cinema Italiano», confluiti nella tavola rotonda di chiusura che, proprio ieri, ha visto la presenza di moltissimi tra registi (tra i quali Daniele Vicari, Luca Lucini, Antonio Bocola, Costanza Quatriglio, Marco Amenta, Stefano Mordini, Luca Guadagnino, Marco Amenta, Egidio Eronico, Andrea Adriatico, Stefano Savona, Carola Spadoni) attori (Jasmine Trinca, Valentina Cervi, Corso Salani, Maria Pia Calzone, Marcello Mazzarella), storici e critici (Giorgio De Vincenti, Roberto Nipoti, lo stesso Roberto Silvestri, Michele Anselmi, Enrico Menduni) che, in qualche modo, hanno portato il loro punto di vista sull'attuale ordine delle cose e sulle possibilità per modificarlo. «Il problema della visibilità - ha spiegato Bruno Torri, fondatore e Presidente del Comitato Scientifico della Mostra di Pesaro - è da collegare all'evidente strozzatura che si presenta nel confronto con il mercato. La differenziazione dell'offerta c'è, ma alla fine sembra che il mercato tenda a tagliare fuori quei titoli che non rispondono a criteri prestabiliti». E la cosa paradossale, come sostiene l'attrice Jasmine Trinca, «è che la fatica non è tanto quella di realizzare un'opera d'esordio ma quella di riuscire a farlo poi vedere al pubblico. Ci sono registi che hanno cose da dire, da raccontare e credo sempre più che il problema non sia di valore, ma di sistema». Parla di «disillusione costruttiva», invece, il regista Daniele Vicari («Velocità massima», «L'orizzonte degli eventi»), di una situazione che impedisce a chi vuole fare cinema di concentrarsi per realizzare qualcosa di buono, costringendolo a pensare a cose che poi, in fondo, nemmeno gli competono. «La classe dirigente - ha poi sottolineato - è incapace di progettare un futuro culturale per il nostro Paese e auspico che l'impegno collettivo porti noi registi a trovare il modo di parlarci, costituendo un'unica associazione, non come le 45 che già esistono». C'è invece il serio rischio che andranno a perdersi la poesia e la necessità di poter fare quello che si sente, secondo l'attrice Valentina Cervi, se ogni volta che si vuole iniziare un progetto ci si preoccupa di piacere al pubblico o ai produttori: «La sensazione è quella di trovarsi all'interno di una bolla che non esplode mai, fluttuante, che forse solo rompendosi può dar vita ad un movimento culturale nuovo». Ma è proprio dall'altra parte della «barricata», per voce di Carlo Brancaleoni (Produttore di Rai Cinema), che arriva un monito abbastanza propositivo: «Il mercato, purtroppo, risponde al soggetto che lo frequenta, quindi il pubblico, lo spettatore. Quello che i registi esordienti dovrebbero ev