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«JACK, voglio ingaggiarti per assassinare il vicepresidente degli Stati Uniti», con queste parole la ...

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L'incarico offerto a Reacher è per finta, in realtà non gli si chiede di commettere un crimine, ma di mettere alla prova delle sue ben note competenze la capacità del sistema di protezione del vicepresidente. «Perché no?», si domanda Jack, la paga è buona, la ragazza è carina, gli si offre di sputtanare i «Servizi» e tutto questo senza che nessuno si faccia del male. Ma quello che la donna non gli ha detto è che il numero 2 della Casa Bianca è davvero nel mirino di un gruppo di killer: e così Reacher si trova ancora una volta nel posto sbagliato al momento sbagliato. L'avvincente plot della nuova crime-story di Lee Child si intitola «A prova di killer» (Longanesi, 469 pagine, euro 18,60) e ha come eroe, ancora una volta, il detective Jack Reacher, protagonista anche dei 9 precedenti romanzi (oltre 10 milioni di copie vendute) dello scrittore inglese trapiantato negli Usa. Mister Child qual è, per il pubblico, l'elemento di attrazione di questi thriller politici che tanta fortuna hanno anche sullo schermo? «Oramai quello dell'attentato ai vertici della Casa Bianca è un tema classico, nei romanzi e nei film. Ciò che attira è la solita sfida tra Davide e Golia, tra l'assassino solitario e il potere dell'apparato di Stato: è una lotta impari e di solito il pubblico si schiera dalla parte dell'attentatore, anche se nelle versioni cinematografiche queste storie vengono intrise di eccessi di patriottismo. Con il film tratto dal romanzo di Forsyth, "Il giorno dello sciacallo", che raccontava di un attentato al presidente francese De Gaulle, il pubblico tenne un atteggiamento neutrale, ma con il remake hollywoodiano "The Jackal" stava decisamente dalla parte di Bruce Willis, l'attentatore». Lei apprezzare molto il suo collega Connelly ed è un grande ammiratore di Clint Eastwood: il suo detective Reacher assomiglia a lei o al protagonista di «Nel centro del mirino»? «È vicino al Clint Eastwood dei film di Sergio Leone, a quel suo personaggio forte e anonimo. Come Clint e come me, poi, Jack ama la musica, specialmente il Blues; se ne frega di scarpe e vestiti e segue il detto "Speriamo che tutto vada bene, ma prepariamoci al peggio". Inoltre, come me, è del segno dello Scorpione anche se, a differenza di me, è violento e gli piace vivere in giro, senza fissa dimora». Pao. Cal.

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