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Io, orgoglioso di essere un arboriano doc

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A MARGINE DELLE REPLICHE DI «SPECIALE PER ME»

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Le idee, gli amici, il pretesto, il modo in cui mettere in piedi una nuova malefatta nemmeno sussisteva. No, il vero problema era far rientrare il nostro amico, capo, "spiritual guidance" e nume tutelare nell'ordine dell'idea di tornare a lavorare. Dunque appuntamenti, studio, costumi, scenografie, telefonate, incontri, filmati, dirigenti, prove. Poche prove. Possibilmente a casa sua, meglio se cazzeggiando del più e del meno. Il tutto in un'atmosfera talmente eccitata e su di giri - per un antico disc jockey come Arbore è il minimo - da mettere in fuga un frastornatissimo professor Domenico De Masi, che avrebbe dovuto sostenere il ruolo di Michele Mirabella, a fare un passo indietro. «Siete troppo una compagnia di giro - disse in sostanza il professore - troppo affiatati e complici, non ce la farò mai ad entrare in totale sintonia». Le repliche di «Speciale per me» che inizieranno domani sera su Raidue rimandano direttamente a quelle euforiche settimane vissute prima a casa di Renzo e in seguito negli studi dell'Amapola, a dua passi da Saxa Rubra, dove la trasmissione veniva registrata. La grande abilità di Renzo, potrà sembrare retorico sottolinearlo ancora, è sempre stata quella di creare l'atmosfera (si, proprio come quel vecchio brandy), avvolgere in un "mood" fascinoso e irripetibile ogni suo progetto. Difficile storicizzare il ruolo di «Speciale per me» all'interno della vasta produzione arboriana, forse è troppo presto, certo è che si è trattato della trasmissione più anomala, coraggiosa e decisamente in salita rispetto alle altre. Per il sottoscritto, che ha avuto la fortuna di essere coinvolto in tanti progetti arboriani - per rimanere a quelli televisivi da «L'altra domenica» del 1977 a «Quelli della notte» del 1985 - non c'è stata troppa differenza. Si conosceva già il rito, la pazzia, il gioco di squadra, qualche dispiacere. Con Cesare Gigli, Marco Molendini, Gegè Telesforo, Lalla Frazzi, Ugo Porcelli, Giovanna Ciorciolini, Monica Nannini e gli altri arboriani doc, le prove generali erano inziate molto prima. Così come i quiz telefonici dell'«Altra domenica» erano mutuati dal nostro «Svegliati a vinci» (un diabolico scherzo telefonico che facevamo da casa di Renzo, in cui un povero malcapitato amico veniva svegliato e interrogato su qualcosa che conosceva benissimo, con tanto di premio da ritirare la mattina dopo all'alba in una strada periferica); così come il meccanismo di «Quelli della notte» venne messo a punto durante un viaggio in nave che rischiava di diventare noiosissimo, allo stesso modo «Speciale per me» venne oliata, almeno per scherzi, gags e trovate orchestrali, durante la permanenza di Renzo Arbore negli Stati Uniti l'anno prima, culminata nell'indimenticabile concerto alla Carnegie Hall, ora su cd. Lo raggiungemmo tutti e fu in quei giorni che si scatenò l'intera banda. Sono contento che la trasmissione venga finalmente replicata. Ci divertiremo, rideremo ancora e forse affiorerà anche un po' di nostalgia. Renzo Arbore è individuo fortemente scaramantico. Ha voluto «Speciale per me» come titolo perché tanti anni fa, nel 1969, gli portò fortuna «Speciale per voi», il suo debutto in tv, e tre anni prima «Per voi giovani», debutto radiofonico in voce. Urge un suggerimento per il titolo di una nuova avventura: «Per sempre speciale». Ma ho paura che si toccherebbe. Insomma, buone repliche e buon divertimento e soprattutto da ora in poi si potrà tornare a chiedere: «Arbore, ma quando torna in tv?».

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