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La nuova Nashville di Altman è una radio a rischio chiusura

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Reilly,Tommy Lee Jones, Garrison Keiller, Kevin Kline, Stati Uniti, 2005. ROBERT Altman come in «Nashville». Là, però, l'occasione era un festival di musica pop nel Tennessee. Nel film di oggi è una trasmissione radiofonica, «A Prairie Home Companion», che da oltre trent'anni ha ascolti record in tutti gli Stati Uniti e perfino sulle onde di frequenza delle Forze Armate americane in Europa e in Oriente. Ne è autore, vi canta e la conduce un notissimo uomo di spettacolo, Garrison Keillor che un giorno ha pensato bene di ricavarne un testo per il cinema da affidare poi, per la regia, proprio ad Altman. Con una trovata narrativa, quella di immaginare che, per lo spettacolo, tuttora in onda, sia giunto invece il momento di chiudere i battenti perché uno speculatore texano ha pensato di demolire quel teatro, a St. Paul nel Minnesota, in cui svolge di fronte a un pubblico pagante, sempre entusiasta e plaudente. L'azione del film, così, immagina che si affronti l'ultima sera di una trasmissione modesta, con la malinconia di quanti vi partecipano anche se poi, appena in scena, mostrano di dar nuovamente prova del vigore e dell'estro che li hanno sempre sostenuti. Se questa trovata dà il tono dello spettacolo, Keillor ha pensato anche quella di aggiungere ai molti cantanti della trasmissione cui si è ispirato anche degli altri, inventati in modo del tutto nuovo, come i duetti delle sorelle Johnson o, con delle varianti rispetto a quelli originali, come due cawboys con chitarra, un detective alla Chandler trasformato in una guardia addetta alla sicurezza e una misteriosa bionda vestita di bianco con funzioni di...angelo, ma in chiavi soprattutto realistiche. Altman, in questo contesto, si è mosso con quel dominio del cinema che lo ha reso grande, alternando con equilibrio e sapienza le pagine corali (e cantate) a quelle private con l'intrigo che dovrebbe portare alla chiusura dello spettacolo. Ricorrendo a ritmi agilissimi, nonostante le pause canore, e ad immagini sempre calde ed intense: lasciando che vi prevalgono in mezzo o l'umorismo (con molti doppi sensi nei dialoghi) o la nostalgia. E con il sostegno di uno stuolo di interpreti pronti, per la maggior parte, ad esibirsi dal vivo soprattutto nel country: Da Meryl Streep a Lily Tomlin, addirittura travolgenti come sorelle Johnson, a Woody Harrelson e John C. Reilly, i cowboys con chitarra, a Kevin Kline nei panni del detective. Il texano «cattivo» è Tommy Lee Jones. Alla fine però sarà beffato.

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