Chiambretti convince, «Markette» sì ma con eleganza
Chiambretti ha dato molto spazio all'illustre ospite. Grazie ad una lunga intervista in collegamento, sfoggiando una apprezzabile discrezione, ha consentito a Tonini di esprimere la sua opinione su differenti argomenti, compreso il recente scandalo che ha investito il mondo del calcio. Abbiamo visto per la prima volta un Chiambretti ossequioso e distensivo, pronto a cedere la parola all'ospite senza mai travalicare o interferire, lasciandogli ampia libertà di espressione, rivolgendogli domande anche scomode ma sempre di spessore. Un evento insolito che ha conferito a «Markette» quella consacrazione a cui il padrone di casa aspirava e che ha dimostrato di meritare. La partecipazione di Tonini, infatti, si è distinta dalle presenze di altri sacerdoti presenti in passato accanto a Chiambretti che hanno suscitato delle polemiche. Basti, ad esempio, ricordare gli interventi di Don Santino Spartà, ospite quasi fisso di Chiambretti, quando conduceva su Raidue «Chiambretti c'è». Dunque un esempio di buona televisione, finalizzata a lanciare un messaggio positivo anche in un appuntamento trasgressivo e dissacrante, ma ironico ed intelligente come «Markette» il cui pubblico è prevalentemente composto da giovani. Si conclude questa settimana una stagione positiva per il programma di La7 che ha saputo coinvolgere molti dei personaggi più noti non solo del mondo dello spettacolo. Raoul Bova, infine, protagonista di «Attacco allo Stato» con un risultato di 5.901.000 spettatori, ed il 24,42% di share ha soddisfatto le aspettative di Canale 5 che si attendeva cifre inferiori, ma non ha entusiasmato nel ruolo del poliziotto al quale sembra votato. La Tv italiana, però, gli ha dato più soddisfazione di quella statunitense dove la serie «What about Brian» in cui recitava, non ha riscosso gli sperati consensi di pubblico.