Raffaello, trionfo della perfezione
E dunque le apollinee certezze contro l'indefinito sfumato, le albe chiare e i colori squillanti (miscelati con vetri macinati) al posto di atmosfere brumose ed antri erbosi. La Galleria Borghese offre un'occasione unica, quella di poter ammirare, tutti insieme, i capolavori del grande urbinate, "romano" per scelta. La mostra «Raffaello da Firenze a Roma» (curata da Anna Coliva, direttrice delle Galleria e promossa dal Soprintendente al polo museale romano Claudio Strinati) che apre i battenti oggi (la prima mostra monografica delle dieci in programma nella galleria capitolina) indaga proprio sulla produzione artistica di Raffaello tra il 1505 e il 1508, anni cruciali per la sua formazione. «È il passaggio che si svolge intorno al problema del movimento spazio-temporale che accompagna la narrazione - spiega la direttrice Coliva - Un problema che Raffaello effettivamente risolve proprio nella Deposizione del 1507». La visione del capolavoro raffaellesco (che appartiene da sempre alla Galleria Borghese) è il momento-clou della mostra. Grazie ai prestiti provenienti dalla Galleria Nazionale di Perugia e dai Musei Vaticani è stato possibile riassembrarlo com'era in originale. «L'unità spazio-temporale raggiunta da Raffaello nella "Deposizione" è frutto di un ritorno alla classicità - prosegue Coliva - L'urbinate svolge i fatti proprio come venivano "raccontati" nei bassorilievi. C'è la sintesi di un prima, un ora, un dopo». L'eccezionalità della mostra è la compresenza di tanti capolavori prestati dai musei più prestigiosi del mondo, il cui valore globale s'aggira sul miliardo e ventisei milioni di euro. «Una mostra che costa due milioni di euro - continua Coliva - e che è stata possibile grazie anche alla generosità degli sponsor, Enel, Compagnia di San Paolo e Sisal». Si può ammirare, tra gli altri, La Belle Jardinière del Louvre, per la prima volta in Italia, la Sacra Famiglia con l'Agnello del Prado, la Madonna Esterhazy da Budapest, la Madonna Aldobrandini e il Sogno del Cavaliere dalla National Gallery di Londra, la celeberrima Madonna dei Candelabri arrivata da Baltimora, il Ritratto virile della Liechtenstein Gallery. Non di secondaria importanza la serie di disegni, fondamentali per capire la tecnica di Raffaello e scoprire ad esempio (come s'evince dai cartoni preparatori della Deposizione provenienti dal Britsh museum) che il Maestro, sommo pittore, dava l'ultima versione direttamente con il pennello. «Raffaello, artista puro, voleva trasformare tutto in pittura perfetta - dice ancora la direttrice - e il suo grande dono è stato quello di far apparire la perfezione facilmente raggiungibile». Per questo l'artista fu idolatrato dai contemporanei. Forse oggi è poco apprezzato «perchè in questo periodo storico si ama più la dissonanza che l'armonia». Le altre dieci mostre in cantiere (tutte legate dall'idea di costruire l'evento attorno alle opere della Galleria) si snoderanno da qui al 2015. L'anno prossimo toccherà a Canova e alla sua Paolina regalmente adagiata sul sofà. Per la visita sarà obbligatorio prenotarsi al telefono 06/32810 o sul sito internet www.ticketteria.it. La Galleria Borghese, secondo il Touring Club, è salita in un anno dal 25° al 15° posto dei luoghi artistici più visitati in Italia: «Davvero? - dice la Coliva - Chissà cosa succederebbe se si potesse cambiare il regolamento di accesso ed entrata che attualmente impone 360 visitatori ogni due ore...».