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L'Irlanda lacerata di Ken Loach

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Il film, che uscirà in Italia a fine anno, distribuito da Bim, racconta la storia di due fratelli, Damien (Cillian Murphy) e Teddy (Padraic Delaney) che finiranno per dividersi in modo drammatico. Quando, nel 1921, gli inglesi offrono un trattato di pace per riconoscere un libero stato irlandese che giuri fedeltà alla corona restando all'interno del Commonwealth, i due fratelli si separano. Se Damien non condivide il trattato, Teddy, indipendentista ma più diplomatico del fratello, lo giudica invece un compromesso accettabile. Commozione e applausi composti hanno dominato la proiezione stampa della pellicola che ha visto la partecipazione di Liam Cunningham in un racconto che pur narrando il passato, sembra voler ricordare le situazioni antidemocratiche di oggi: dall'Iraq a Guantanamo. «Non sono anti-inglese, ma critico il governo inglese e spero che il mio film insegni qualcosa in un'epoca in cui l'imperialismo americano ha intrapreso una guerra illegale a tutti gli effetti, basata su una bugia e realizzata contro il volere dell'Onu. I danni dell' imperialismo si ripetono ancora oggi, ma la storia dimostra che la gente resiste sempre alle occupazioni. La guerra anti-inglese si è trasformata in guerra civile: se l'Irlanda fosse rimasta unita ci saremmo risparmiati 80 anni di lotte. Churchill ha combattuto il nazismo ma ha mandato l'esercito inglese in Irlanda. Sarebbe bello se il film fosse visto in America. Forse - ha concluso Loach giocando sul significato di IRA, Irish Republican Army - potremmo convincere Bush dicendogli che è un bel film sui repubblicani». Alcuni film scandalosi hanno attirato ieri l'interesse della stampa internazionale. A cominciare da «Taxidermia» di Gyorgy Palfi nella sezione «Un certain Regard», che è un ritratto dell'arte dell'orrore e della degradazione dei corpi, tra violenza, rapporti sessuali espliciti tra i tre protagonisti: il soldato Vendel martirizzato dal suo superiore e impegnato in esercizi sessuali con la corpulenta moglie di costui, il campione olimpionico di velocità nell'ingerire cibi e il tassidermista (un preparatore di animali per musei). Un cartoon porno, «Princess» di Morgenthaler ha poi aperto ieri la sezione «Quinzaine des realisateurs». È la storia di un fratello che, per vendicare la tragica morte di un star decaduta del porno, distrugge i film ai quali ha partecipato facendosi aiutare dalla figlia della donna che ha solo cinque anni. Sempre in «Un Certain regard» è stato ieri presentato «Dieci Canoe», prodotto da Fandango-Vertigo, dell'australiano Rolf De Heer che torna al mondo tribale, al passato mitico di una tribù del nord dell'Australia dell'anno Mille, quasi una nostra preistoria: capanne, uomini e donne nudi, stregoni e caccia quotidiana. De Heer ha filmato la popolazione di Ramingining, paese di origine di David Gulpilil il divo aborigeno già protagonista di «The Tracker». Il regista cinese Lou Ye ha intanto dichiarato ieri che è pronto a qualsiasi cosa, purché il suo film in concorso «Summer Palace» esca in Cina: «La pellicola - ha detto - è entrata in competizione senza il visto della censura cinese E le sceneggiature in Cina devono sempre essere approvate. Farei di tutto perché "Summer Palace" possa essere mostrato nel mio paese: sono pure d'accordo nel sopprimere tutte le scene di sesso. La rivolta studentesca di Tien An Men del 1989 è stata rappresentata solo perché il film parte dalla caduta del Muro di Berlino e arriva al 2003, perciò, dovevo parlare anche di quel periodo». Alla fine della giornata, dedicata a tanti film scandalo, sono giunti sulla Croisette Pedro Almodovar con Penelope Cruz e Carmen Maura per presentare oggi il loro film in concorso «Volver». Per Almodovar, «il film è un omaggio alle maggiorate italiane degli Anni Cinquanta, che ho sempre amato. La Cruz rappre

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