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LA SCOPERTA

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Una marcia di Puccini eseguita in Argentina

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Celebre per alcune delle opere più gettonate del mondo, il maestro lucchese ha lavorato in pochissime occasioni su temi strumentali o vocali, e delle 40 composizioni recensite in questo ambito varie, come il valzer "Prime fantasie" (1879) o la romanza per tenore e piano "Ah se potesse" (1882), sono di fatto perdute. Anche per questo l'annuncio inserito dai ricercatori argentini Gustavo Gabriel Otero e Daniel Varacalli Costas nel volume "Puccini in Argentina - giugno-agosto 1905" del ritrovamento della marcia "Dios y patria" ha destato interesse negli ambienti della musica pucciniana. "Dios y patria", terminato il 3 agosto 1905, fu il risultato di una richiesta de "La Prensa" che incaricò il filologo e giornalista salernitano Mattia Calandrelli di scriverne le parole. Il tutto fu pubblicato sul giornale del 15 agosto, quando il maestro aveva già lasciato l'Argentina. Il testo riflette il linguaggio retorico dell'epoca, attraverso varianti tipicamente nazionaliste. La musica - in Do maggiore, in un tempo Andante dignitoso - è di linee semplici e adeguata ai suoi propositi scolari.

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