Addio vecchia Tv Spazio ai canali web
Costanzo: il futuro del piccolo schermo non è nelle emittenti generaliste
È soprattutto la vecchia televisione generalista ad essere minacciata su differenti fronti: da una parte c'è la frammentazione di tante Tv alternative, il digitale terrestre ed il consolidarsi della piattaforma parabolica con i 150 canali di Sky visibili in Italia, dall'altra l'affermarsi della Tv sul Web, e la recente possibilità, fornita dai gestori dei telefonini, di poter vedere la Tv anche sui cellulari. Il problema del futuro del piccolo schermo comincia a preoccupare talmente da spingere esperti della comunicazione ad azzardare ipotesi su quanto avverrà della vecchia cara Tv nel prossimo mezzo secolo. In un universo televisivo nel quale la quantità di spettatori ferma dinanzi ad un programma diventa sempre più importante, ci si avvia ad elaborare una «Tv one to one», ovvero riservata ad un solo utente: il possessore del telefonino sul quale avrà la possibilità di assistere a quiz, fiction, programmi di intrattenimento e varietà, partite di calcio. L'importanza delle nuove frontiere del piccolo schermo è stata ieri, al centro del convegno dal titolo «E adesso? I prossimi 50 anni della televisione», organizzato da Maurizio Costanzo per il Laboratorio di Comunicazione e Nuovi Contenuti RTI di cui è direttore. All'iniziativa che fa parte di un ciclo di appuntamenti riservato agli operatori della comunicazione, hanno partecipato gli esperti del settore. Risultato. Un alternarsi di tesi e di ipotesi alla base delle quali esiste la certezza della rottura del vecchio duopolio tra Tv pubblica e privata, ma l'incertezza di quale delle nuove tecnologie riuscirà ad affermarsi più massicciamente. Intanto sembra destinato a rinvio il tanto temuto «swich off» del sistema analogico, ovvero la fine del vecchio modo di vedere la Tv, che dovrebbe essere sostituito, ma non si sa quando, dalla tecnologia digitale. La novità, però, non scaturita dall'incontro, è che il sistema di telefonia mobile La 3 si prepara per il prossimo autunno a debuttare in grande stile con i telefonini nel settore del piccolo schermo. Nel senso che si stanno mettendo a punto appositi palinsesti, riservati esclusivamente alla Tv fruibile tramite cellulare, che conterranno programmi differenti da quelli delle altre Tv, ma che si basano però sui medesimi generi. In particolare ci saranno tre settori di cui sono stati già nominati i rispettivi coordinatori editoriali: per la fiction, il cinema e le situation comedy, il consulente sarà l'istrionico Luca Barbareschi, l'intrattenimento ed i quiz sono stati affidati a Jocelyn, mentre la parte sportiva è sotto la gestione di Massimo De Luca. Ma avremo un anticipo delle potenzialità della Tv one to one, già dal prossimo giugno con i Mondiali di calcio, quando sarà possibile vedere le partite di calcio sul proprio telefonino. «La novità — ha affermato Jocelyn — è l'ideazione di un palinsesto rivolto ad un solo spettatore». Per la fiction sono stati contattati i più grandi registi italiani e per l'intrattenimento molti noti conduttori che hanno trovato interessante l'esperimento. Si metteranno a punto miniserie, fiction a lunga serialità, sit com destinate esclusivamente ai possessori di cellulari, con la possibilità di poter interagire con il programma. Frontiere altamente sofisticate della nuova tecnologia che trovano il proprio contraltare nella provocazione, fatta ieri, da Gino e Michele, autori di «Zelig», secondo i quali il futuro della Tv è nella Radio che rappresenta il proprio passato. Bisognerà trovare anche nuove forme della pubblicità, sempre di più indirizzata a precisi target di consumatori. Lo ha sottolineato Giuliano Andreani del gruppo Mediaset. Mentre, secondo Giorgio Gori, responsabile della Magnolia, casa che produce, tra l'altro «L'isola dei famosi», bisognerà vedere quali tecnologie avanzano e se la vecchia Tv riesce a resistere. In Spagna, ad esempio, si sono portati i palinsesti di Telecinco sui telefonini, con un successo che non ha intaccato la Tv tradizionale destinata ad un pubblico più ma