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Addio Pietro signore del musical

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Dagli spettacoli con Wanda Osiris al «Rugantino» e «Rinaldo in campo»

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Ineguagliabile talent scout, autore brillante, regista creativo e fermo, impresario lungimirante e storico direttore del Teatro Sistina, era nato a Trieste il 1 febbraio del 1919 e nella redazione del «Corriere dello Sport» aveva incontrato Sandro Giovannini con cui ha formato per anni una coppia artistica, siglata appunto «Garinei & Giovannini», che ha monopolizzato con successo il settore della commedia musicale all'italiana. Scomparso ieri mattina alle 4 all'ospedale Forlanini dove era ricoverato da giorni, Garinei amava la vita, almeno quanto il teatro, rivelando un piacere composto e tuttavia contagioso nel ricevere le persone, usando identica familiarità per attori, giornalisti e gente comune. Il suo interesse primario e irrinunciabile è sempre stato il pubblico, di cui tutelava con abnegazione il diritto a divertirsi con intelligenza e a uscire soddisfatto dalla sala di uno dei più importanti e frequentati teatri europei come era diventato il Sistina di Roma in virtù della sua attenta e solerte guida. Rigoroso professionista, pronto a spendersi con cura quasi maniacale per la riuscita dei suoi spettacoli, dispensava consigli con saggezza e bonomia ai suoi compagni di lavoro, mantenendo sempre come ultima finalità il rispetto assoluto degli spettatori. Dalla provocazione del «Cantachiaro» del 1944, settimanale umoristico di satira politica presto trasportato in teatro, la neonata ditta con Giovannini era giunta l'anno dopo a «Soffia so'», con protagonista una spumeggiante e sbrigliata Anna Magnani allora sulla cresta dell'onda cinematografica per il film «Roma città aperta». Cominciava così una carriera mai interrotta e proseguita anche dopo la scomparsa dell'amato sodale Giovannini avvenuta nel 1977. Impegnati dapprima nella rivista e in eventi sfarzosi alla francese con Wanda Osiris, i due elaborarono la formula di un musical italiano che nulla aveva da invidiare agli esempi d'oltreoceano come nel caso di «Attanasio cavallo vanesio» del 1952 in cui non mancava un richiamo popolare in grado di ampliare la ricezione. Da citare poi «Giove in doppio petto», trionfo di Carlo Dapporto nel 1954; «Buonanotte Bettina» con l'impareggiabile Walter Chiari e una smaliziata Delia Scala nella stagione 1956-57; «L'adorabile Giulio» e il pregevole «Rinaldo in campo» con uno scatenato Domenico Modugno, affiancato da Delia Scala, Paolo Panelli e dai duetti degli emergenti Franchi e Ingrassia. Vero e proprio cult il «Rugantino», esportato persino negli Stati Uniti, con Nino Manfredi, Lea Massari, Aldo Fabrizi e Bice Valori nella stagione '62-'63, ripreso con Ornella Vanoni e poi ancora negli anni Settanta con Enrico Montesano e Alida Chelli e nel 1998 con Sabrina Ferilli e Valerio Mastandrea. Arrivano successivamente «Ciao Rudy» del 1966, la storia di Valentino rivissuta da Marcello Mastroianni nella sua unica partecipazione al teatro musicale e una miriade di altri titoli, tutti immortalati nella memoria del pubblico non solo romano in quanto sempre affrontati in lunghe tournée italiane e internazionali. Nel 1970 si brinda alla fortuna del mitico «Alleluja brava gente» con Renato Rascel e Gigi Proietti nei panni di due lestofanti dell'anno Mille e Mariangela Melato come prostituta dal cuore generoso, poi sostituiti anni dopo da Massimo Ghini, Rodolfo Laganà e Sabrina Ferilli. Sembra impossibile ripetere un simile successo, ma «Aggiungi un posto a tavola» nel 1974 corona il sogno insperato con un Johnny Dorelli al massimo delle sue doti canore e interpretative nei celebri abiti talari di un sacerdote alle prese con un novello diluvio universale. L'allestimento è ripreso molte volte e trasmesso in televisione per poi essere recuperato pochi anni fa da un ottimo Giulio Scarpati coadiuvato da Chiara Noschese. Compositore di versi di canzoni famose, tra cui «Sentimen

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