Padre Pio, un cartone per conoscerlo
PADRE Pio è un santo così popolare che a pochi anni dalla sua morte e dalla sua canonizzazione ecco che il cinema già se ne occupa. con un film di animazione destinato con ogni evidenza ai ragazzi ma che anche gli adulti potranno vedere con qualche interesse. Lo ha diretto Orlando Corradi, uno specialista del settore noto per molte serie in TV, e lo ha scritto Luciano Scaffa che, oltre ad essere responsabile di molti programmi Tv per bambini (non ultimo «Lo Zecchino d'oro»), ha seriamente collaborato in passato con Rossellini in quasi tutti i suoi film televisivi, dagli «Atti degli Apostoli» ad «Agostino di Ippona». La grande avventura umana e spirituale di Padre pio si comincia a raccontarla fin dalla sua prima infanzia, quando pascolava le pecore. Poi la vocazione, poi l'entrata in convento, poi sacerdote. Vincendo con il suo zelo la sua salute malferma e cominciando presto quel suo apostolato che non avrebbe tardato ad essere consacrato dal segno misterioso delle stigmate. Da qui anche i sospetti, le persecuzioni, perfino in ambienti religiosi di alto livello, però, superati quelli, i tanti miracoli, da quello testimoniato dal futuro Giovanni Paolo II a quei fenomeni di bilocazione che gli permettevano di arrivare da san Giovanni Rotondo fino in Sud America per assistere un morente. Concludendo con la sua opera maggiore, quella «Casa della sofferenza» anche oggi così pronta a soccorrere tutti. I ritmi sono tranquilli, si increspano solo quando, da una parte, cominciano le persecuzioni, anche all'interno dell'Ordine dei Cappuccini, e da un'altra quando si materializzano le apparizioni demoniache di cui Padre Pio ebbe tanto a soffrire. Il segno grafico è di Marco e Gi Pagot, notissimi nell'ambiente del disegno animato Tv, soprattutto in RAI. È semplice, a volte intenzionalmente ingenuo, per catturare meglio l'attenzione dei bambini. La gestualità, la mimica, in alcuni personaggi forse sono un po' troppo esibite e meccaniche in cifre un po' forzate, nell'insieme, però, il quadro che se ne ricava può convincere e anche, in qualche passaggio, commuovere. Si tratta, in fondo, della vita di un Santo, l'agiografia non la si può imputare a difetto.