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SETTE GIORNI IN MOSTRA

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Orvieto, rinasce il Museo dell'Opera del DuomoUna rassegna dopo vent'anni di chiusura. Teramo svela i segreti della passione di Picasso per le ceramiche

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Fino al 7 gennaio 2007 nei Palazzi Papali e nella Chiesa di Sant'Agostino a Orvieto si può infatti visitare la rassegna "Le stanze delle meraviglie. Da Simone Martini a Francesco Mochi. Verso il nuovo Museo dell'Opera del Duomo di Orvieto". In particolare spiccano la "Madonna in trono con Bambino" attribuita a Coppo di Marcovaldo, due opere di Simone Martini, le piccole statue acefale dei due Angeli turiferari di Arnolfo di Cambio, la "Maddalena" di Luca Signorelli, l'Annunciazione di Francesco Mochi. Un altro grande museo di cui si attende da cinquant'anni la rinascita è la Galleria di Arte Antica di Palazzo Barberini, a Roma. Ora finalmente, dopo un lunghissimo contenzioso, il Circolo Ufficiali del Ministero della Difesa lascerà libera una parte cospicua degli spazi finora occupati che andranno a vantaggio del Museo. Simbolo di questa meta che darà lustro internazionale a Palazzo Barberini è il prestito eccezionale da parte del Rijksmuseum di Amsterdam della "Lettera d'amore" di Vermeer, uno dei più sublimi capolavori dipinti dal grande pittore olandese seicentesco. L'opera resterà a Palazzo Barberini dal 27 aprile fino al 18 giugno. Picasso iniziò a dedicarsi alla ceramica in età avanzata, a 65 anni, nei laboratori del Vallauris in Costa Azzurra. E la sua passione per questa tecnica fu così travolgente da portarlo a realizzare parecchie opere importanti che vanno considerate come vere e proprie sculture. La Banca di Teramo e di Ascoli presenta fino al 31 maggio nella sua sala espositiva di Teramo una mostra dedicata alle ceramiche del genio andaluso e ricca di ben sessantaquattro opere: piatti ("Scene di tauromachia", "Colomba"), brocche ("Donna gufo", "Picador", "Toro") e oggetti d'uso come il portacenere "Uccello con cresta". Kathe Kollwitz (1867-1945), straordinaria espressionista tedesca, è ancora poco conosciuta nel nostro paese. Una pregevole occasione per ammirare la sua opera grafica essenziale, drammatica e potente è ora offerta dalla mostra presentata fino al 25 giugno a Legnano, nelle sale di Palazzo Leone da Perego. Tra le settanta litografie, acqueforti e xilografie esposte spiccano quelle dei suoi cinque cicli tematici: "Una rivolta dei tessitori", "Guerra dei contadini", "Guerra", "Proletariato" e "Morte". Ne emerge tutta la forza del suo espressionismo realistico a sfondo sociale, attento alle lotte e alle sofferenze dei lavoratori, oltre che alla difficile condizione della donna nella società del suo tempo. Da pochi anni è in corso a Roma una decisa riscoperta del valore urbanistico dell'Eur, voluto da Mussolini come sede di una grande Esposizione Universale poi non tenutasi per la guerra e comunque destinato a diventare un quartiere permanente concepito anche come emblema della futura espansione della città verso il mare. Ma come sarebbe stato l'Eur se i principali concorsi per la sua realizzazione fossero stati vinti dall'avanguardia razionalista di Terragni, Lingeri e Cattaneo invece che dal gruppo di architetti che facevano capo a Marcello Piacentini e alla sua visione scenografica e monumentale? La risposta ipotetica è data dalla mostra "EUR: se Terragni avesse vinto…" presentata fino al 6 maggio nella Casa dell'Architettura a Roma, con il plastico originale e le tavole di studio del progetto di Terragni-Lingeri-Cattaneo. Il grande minimalista americano Sol LeWitt rende omaggio a Mario Merz, suo caro amico oltre che importante artista scomparso nel 2003 dopo essere stato uno dei maggiori esponenti dell'Arte Povera. Due essenziali e rigorosi wall drawings di LeWitt dialogano infatti con le opere di Merz nella Fondazione a lui intitolata e sorta nell'ex centrale termica Officina Lancia di Torino.

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