Vecchioni: «Così reinvento le favole»
..?«Una raccolta di favole rivedute e corrette attraverso uno stravolgimento dei punti di vista, dei ruoli, degli esiti». Cioè? «Il risultato di un percorso cominciato quasi un anno fa con un disco "Il cantastorie".» Cosa racconta Vecchioni in questo libro? «Racconto a modo mio le fiabe tradizionali, il sentimento del contrario che si usa in tante canzoni, cerco di far vibrare di una energia nuova i miei temi di sempre». I temi delle sue canzoni? «Sì. Nelle mie canzoni parlo d'amore, di cose perdute e ritrovate, di occasioni non colte, di affetti lontani e vicini. Nelle mie canzoni ho sempre cercato di scrivere storie al contrario, a volte laterali, a volte oblique». Quando ha cominciato nel mondo musicale? «Erano gli anni Sessanta, sono stato autore di canzoni cantate da Mina la Iva Zanicchi da Gigliola Cinquetti da Anna Oxa da Patty Bravo da Ornella Vanoni». Quante canzoni ha composto? «Ho composto più di venticinque album. Più di duecentocinquanta canzoni. Fin da bambino la musica mi appassionava». Ma è anche un professore? «Sono un cantautore un docente e uno scrittore». Ma chi è Roberto Vecchioni? «Un vero nemico dell'ovvio, dello scontato. Una cosa è fare il cantautore un altra il professore. Sono due forme espressive diverse ma a volte complementari. Si tratta sempre di creatività. Si tenta di liberare se stessi, la propria anima per provare a far scaturire negli altri la fantasia, anche a volte la fantasia degli studenti». Una donna importante della sua vita? «Mi sono sposato due volte. Mia moglie attuale è la donna più importante della mia vita. Una figura femminile capace, forte, impegnata. Nei momenti di crisi mi ha sempre salvato». E i suoi figli? «Ho avuto una figlia Francesca dal primo matrimonio. E poi altri tre figli. Nel rapporto con i figli ho cominciato a maturare dai cinquant'anni in poi. Ho cercato di educarli senza porre loro dei limiti ma dimostrando sempre fermezza». Le parole e le note cambiano la vita di ognuno di noi? «Sì. A volte hanno cambiato anche la mia».