LONDRA — Nell'America tutta certezze di George W.
Sono i Pearl Jam, la band che propone un nuovo album il cui nome è semplicemente quello del gruppo, quasi fosse un esordio. Un disco asciutto, ispirato e poetico che il gruppo capitanato da Eddie Vedder ha presentato all'Astoria di Londra, di fronte a 1600 persone stipate come sardine, regalando una serata ad alta energia che riportava dritta dritta ai loro primi passi nella scena grunge: chitarre cattivissime, sezione ritmica che martellava il pubblico londinese in delirio, Vedder posseduto dalla musica, con mosse da novello Jim Morrison. Sei anni, da tanto mancavano i Pearl Jam dall'Europa, da quel fatale 2000 quando al Roskilde Festival in Danimarca morirono schiacciati nove spettatori. Lo show dell'Astoria ha mostrato una band che ha raggiunto la maturità sonora senza perdere la ruvidezza delle origini. Il set ha visto protagoniste, specie nella parte iniziale, le canzoni del nuovo album «Pearl Jam»: «World Wide Suicide», «Life Wasted», «Severed Hands», «Unemployable», quindi molti classici del repertorio, cantati a squarciagola dal normalmente compassato pubblico londinese. Vedder, capelli lunghissimi e barba, beve vino, ipnotizza il pubblico con il suo carisma da guru, sembra essere a un passo dal saltare tra la folla che ondeggia in platea. Stone Gossard, Mike MacCready, Jeff Ament e Matt Cameron lo seguono senza perdere un colpo, una battuta, un momento di furore rock sul palco.