di GIAN LUIGI RONDI ONDE, di Francesco Fei, con Anita Caprioli, Ignazio Olivia, Filippo Timi, Italia, 2004.
Lui, Luca, è cieco da molti anni, però è quasi autosufficiente e vive, appagato, componendo musica. Si incontrano per caso in visita all'acquario di Genova, Luca per ascoltarne i suoni, Francesca per salutare un'amica che vi lavora. Si attraggono, quasi incosciamente, e la ragazza, senza l'incubo di quella voglia che l'altro non vede, si abbandona finalmente senza remore, a un rapporto via via sempre più stretto. Ma Luca un giorno incontra Alex che, dirigendo dei programmi televisivi, vorrebbe la sua musica a commentarli e questi con l'occasione, «vede» Francesca che ha sempre taciuto all'altro la sua menomazione. È la crisi, perché adesso lei pensa che Luca non tarderà ad essere informato del suo segreto, così fugge. Quando, pentita, tornerà, non troverà più Luca da nessuna parte e potrà solo immaginarsi la felicità di cui avrebbero potuto godere insieme. Molte acerbità, sia narrative sia stilistiche. Ha cercato di farvi fronte un regista esordiente, Francesco Fei, già autore di video musicali e di cortometraggi. Però se si può lodare il suo impegno di privilegiare toni e modi sospesi, qua all'insegna del non detto, là nell'ambito di approcci metaforici, non si arriva ad accogliere facilmente quello scontro fra due personaggi che procede a sbalzi, con logiche non sempre motivate e, soprattutto, con quella frattura al momento di concludere che non ha giustificazioni graduate, anche quando le ragioni sono chiare. A questo si aggiunga una rappresentazione che, a parte la conclusione felice solo immaginata, alterna al quotidiano dei momenti quasi visionari, difficilmente riconducibili a un'unità di gusto: delle immagini riprese da certe telecamere di controllo (dove?, perché?) e degli uomini misteriosi con delle maschere antigas che, sbucando all'improvviso tra le pieghe dell'azione, non sembrano avere spiegazioni plausibili. Tuttavia, nonostante queste contraddizioni e questi impacci, comunque ammissibili in un'opera prima, non può dirsi che il film, soprattutto a livello di intenzioni, non si muova all'interno di cifre ambiziose e intelligenti. Oltre a tutto molto insolite. Nessuna riserva, invece, per gli interpreti protagonisti: Anita Caprioli, attenta ad esprimerci con accenti verosimili tutti i turbamenti di Francesca, Ignazio Olivia, seriamente impegnato a recitare da cieco. Con sensibilità.