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Terence Hill molla Don Matteo e torna con Bud Spencer

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Dopo «Il maresciallo Rocca», che ha avuto per cinque serie il volto di Gigi Proietti e di cui per adesso non sono più in progetto altre fiction televisive, rischiano di non avere più futuro in tv altri due amatissimi personaggi della recente fiction: il Commissario Montalbano e Don Matteo. I rispettivi attori, Luca Zingaretti, inizialmente sconosciuto al grande pubblico, e Terence Hill, sembrano infatti aver indirizzato altrove il proprio futuro professionale. Per ambedue è il grande schermo ad avere adesso la priorità sul piccolo. Mentre Zingaretti è proiettato verso un progetto di grande rilievo come il remake del notissimo film di Monicelli «Amici miei», per Terence Hill si profila all'orizzonte il ritorno con Bud Spencer per riformare una delle più amate coppie del grande schermo degli anni Settanta e Ottanta. Per motivi legati alla identificazione con il personaggio televisivo che, secondo un'opinione non sempre condividibile, rischia di limitarne le capacità artistiche e di tarpare le ali alla poliedricità interpretativa, molti attori, scelgono di allontanarsi dai personaggi ai quali pure devono grande popolarità. Una filosofia a cui sembra abbiano oramai irrevocabilmente aderito proprio Luca Zingaretti e Terence Hill. Attualmente stanno andando in onda su Raiuno, il martedì sera, le repliche de «Il commissario Montalbano» che, almeno alla terza apparizione in video, riescono a tenere testa alla concorrenza rappresentata su Canale 5 da «Carabinieri». E i due episodi settimanali della lunga serie «Don Matteo» conferiscono al prime time di Raiuno, il giovedì sera, il grande merito di affrontare con inconsueto vigore, talvolta anche vincendolo, lo scontro con «Il Grande Fratello» presente sulla più blasonata rete Mediaset. Ma dalla settimana prossima la riproposizione dei casi di Montalbano sarà conclusa e due giorni dopo, anche la serie «Don Matteo» avrà esaurito il quinto sequel. Esiste da quel momento la possibilità di non incontrare più, se non nelle repliche, i due personaggi. Con un espediente narrativo Don Matteo nell'ultima puntata, in onda tra sette giorni, verrà spedito in Brasile, tra le favelas, dove si dedicherà all'assistenza ai bambini orfani ed abbandonati. Ovviamente sarà un finale aperto, perché il prete detective sarà in ogni momento pronto a tornare alla sua parrocchia. Magari dopo una pausa che consentirà a Terence Hill di dedicarsi al progetto cinematografico con Bud Spencer che sembra aver oramai preso forma. Il tutto per non rischiare di ripetersi in tv, come lui stesso ha dichiarato. A meno, dunque, di un ripensamento in extremis di Luca Zingaretti, per favorire il quale sta lavorando con impegno la Palomar di Carlo Degli Esposti che produce «Il commissario Montalbano», l'attore si dedicherà ad altri progetti. Il più vicino sembra essere un film con la regia di Neri Parenti che ha firmato per venti anni le pellicole della coppia Boldi- De Sica, il cui titolo, per adesso provvisorio, è «Amici miei '400», remake, rivisitato in chiave moderna, del celeberrimo capolavoro di Mario Monicelli «Amici miei». Il cast che si sta mettendo in piedi è di tutto rispetto: i quattro protagonisti infatti dovrebbero essere, oltre Zingaretti, Giorgio Panariello, Gérard Depardieu e Paolo Hendel. E può darsi che dopo Zingaretti trasformi in realtà il suo sogno nel cassetto: passare dall'altra parte della macchina da presa e realizzare un film come regista. Intanto, tra breve, Gigi Proietti, abbandonata la divisa del maresciallo Rocca, il carabiniere più amato d'Italia, si trasforma in un autista nella miniserie in due puntate «Il camionista», presto su Raiuno. La statistica degli attori che ad un certo punto della loro carriera decidono di allontanarsi dal personaggio a cui devono la popolarità è lunga. E comprende, tra gli altri, anche Raoul Bova che ha rinunciato alla terza serie di «Ultim

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