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Camilleri fa innamorare il commissario della bella ventiduenne

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Accade in «La vampa d'agosto» (Sellerio Editore) in libreria da oggi. Dopo mille tentativi, dopo altrettante tentazioni, finalmente il commissario di Vigata cede alle insistenze, irresistibili, di una splendida 22enne. In realtà, forse Salvo Montalbano una volta ha già tradito la fidanzata Livia con la bella giunonica svedese Ingrid, ma l'autore ha sempre lasciato all'interpretazione del lettore cosa realmente sia avvenuto quella notte in cui i due hanno dormito nello stesso letto. In «La Vampa d'agosto», Andrea Camilleri non lascia alcuno spazio ai dubbi, il 55enne commissario, forse anche per un prolungato bisticcio con Livia, cede alle provocazioni della bellissima Adriana. «Sì, è una cosa che non è mai successa prima», taglia corto Andrea Camilleri. Il problema è che Montalbano non soltanto tradisce Livia, ma «si innamora, perde la testa e soprattutto - prosegue lo scrittore di Porto Empedocle - per una per cui non dovrebbe farlo, non fosse altro per la differenza l'età». E sono proprio quei 55 anni a pesare e far arrabbiare Montalbano, quelle 55 primavere che costituiscono per lui «le ultime vampe dell'agosto». Si ha l'impressione che negli ultimi libri di Montalbano, l'autore sia diventato sempre più intimista, è vero? «Sì - risponde Camilleri - scendiamo sempre di più nell'intimo. È in atto una progressiva destrutturazione del personaggio, nel senso che questi aveva certe caratteristiche che negli ultimi due o tre libri è andato perdendo». «La Vampa d'Agosto» è la storia di una ragazza uccisa cinque anni prima, il cui cadavere viene trovato in un baule, casualmente, dallo stesso Montalbano. Una storia che per certi aspetti ricorda «Il cane di Terracotta», solo che in quella occasione il commissario esauriva la verità in se stesso, per la sola passione dell'inchiesta, senza alcun esito giudiziario. «Anche qui - segnala Camilleri - la conclusione non porta a un esito investigativo. Posso dire che, anzi, passa sopra Montalbano stesso». Camilleri, che ammette essersi divertito molto a scrivere «La Vampa d'agosto», sottolinea che Montalbano al termine della storia «è umiliato e offeso». «La Vampa d'Agosto» è un libro che dunque ancora una volta, e forse ancora più che in precedenza, intreccia una interessante e accattivante investigazione nella difficile Sicilia a una vicenda strettamente personale.

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