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Serena Grandi, l'emozione della scrittura

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Ho scoperto la scrittura e non la lascerò più. Ho sempre amato scrivere. Era mia abitudine raccogliere mie sensazioni ed emozioni in un diario». Il suo primo romanzo «L'amante del federale» è autobiografico? «A tratti. È la storia in epoca fascista di Emilia giovane prostituta che viaggia da un paesino della Romagna verso la grande città e intreccia relazioni con alcuni uomini che incontra. Un prete le farà da guardia spirituale e non solo, un gerarca del regime la amerà, un giovane attendente si innamorerà di lei». E ora sta già lavorando al suo secondo libro? «Sì. Un romanzo a tinte forti con protagonista ancora una volta una donna, una bambina che serena segue nel suo processo di crescita». Rinnega il matrimonio? «Giammai. Ho sposato qualche anno fa un uomo di vent'anni più grande Beppe Ercole, un noto play boy, un uomo affascinante che mi ha regalato tanto e al quale ho tenuto tanto. Il più bel regalo del mio matrimonio è stato mio figlio Edoardo». Si è sacrificata come mamma? «Ho scelto di essere mamma. Ho deciso di seguire premurosamente mio figlio Edoardo e ho abbandonato la carriera di attrice per un periodo pur di non fargli mancare il mio amore. E poi per Edoardo dopo la separazione ho svolto anche il ruolo di padre. Mio figlio è la mia vita». Da bambini Serena Fagioli, questo è il suo vero cognome, come era? «Una bambina molto bella. Mi dicevano di assomigliare ad una bambola. Con un carattere un po' difficile, una ragazza sveglia e capricciosa». E ha fatto tanti lavori prima di arrivare a Roma e fare l'attrice? «Lavoravo normalmente dopo il diploma di programmatrice informatica in un laboratorio di analisi. Un bel giorno decisi di abbandonare tutto e tutti. Avevo un sogno, la recitazione, il mio destino forse era proprio quello. A diciotto anni ho cominciato a vivere da sola ma i miei genitori mi sono stati sempre vicino e mi hanno sostenuto in momenti di sconforto e di solitudine». Ha il complesso dell'icona abbondante? «No. Amo le mie forme prorompenti. Nell'immaginario collettivo sono una donna abbondante e ne vado fiera. La femminilità è qualcosa che la natura ti regala ed io considero la mia femminilità un dono». Oggi che cosa le manca di più? «Mi piace scrivere ma amo tanto recitare. Mi manca il cinema. Spero mi chiami presto. Il mio romanzo "L'amante del federale" potrebbe essere sicuramente o un buon film o una buona fiction. Speriamo».

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