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LA SETTIMANA DEL CRITICO

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I versi di Dylan e lo splendore biblico del CanticoTraduzione integrale per le liriche della star. Sacro e profano in una nuova edizione del Libro di Salomone

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Di qui anche la ragione del titolo, «L'amorosa inchiesta» (Mondadori, 12 euro), che riflette decisamente, ma con la dovuta ambiguità, l'idea di una perfetta coincidenza dell'amore con la vita stessa. Bob Dylan poeta, o meglio ancora cantastorie, menestrello inconfrontabile di un'America solo in apparenza defilata dai grandi percorsi della sua storia, in realtà viva e vitale, partecipe e spesso protagonista di una grande avventura umana «Lyrics 1962-2001» (Feltrinelli, 60 euro), raccoglie i versi di tutto quanto ha significato il controcanto di una comunità ribelle eppure consapevole della propria storia, con l'impiego di una lingua talvolta sconcertante, che tuttavia ha filtrato, rinnovandoli, i canoni stessi del verso della canzone, in tal modo sollecitando reazioni dell'io compresso che hanno fatto bene all'uomo, qualche volta... Marina Valcarenghi ha titolato questo suo saggio «L'insicurezza» e ha aggiunto, come sottotitolo, «La paura di vivere nel nostro tempo» (Mondadori, 17 euro), e meglio non si sarebbe potuto dire per offrire un quadro esauriente delle forme di smarrimento collettivo e individuale indotte dai rischi di una situazione pericolosa, violenta, incontrollabile, di cui l'attuale società ci fornisce continui, angosciosi esemplari. Psicoterapeuta e psicoanalista, la Valcarenghi concentra il suo discorso, molto illuminante, sui grandi temi dell'angoscia contemporanea, per arrivare a quello centrale della violenza senza movente (ammesso che ne abbia qualcuno), e conclude nella speranza che qualche spiraglio per una trasformazione sociale ancora esista. Guai se così non fosse. Può aiutare ad aprire un altro spiraglio di speranza la lettura del testo, bellissimo, di Iris Murdoch su Eliot, Canetti, Wittgenstein, e tanti altri maestri del pensiero, intitolato «Esistenzialisti e mistici» (Il Saggiatore, 40 euro), e arricchito da una prefazione di George Steiner, in cui si evidenzia, con rara lucidità, il ruolo che la grande scrittrice assegna alla filosofia ben oltre ogni cognizione accademica, e cioè quello di segnare il tracciato del mondo, dell'uomo, dei suoi inquieti moduli di comportamento. Sono gli antichi a far da guida, è evidente, con la saggezza che consentiva alla scienza di essere figlia legittima dell'esperienza. «Rosso» di Cinzia Tani (Giulio Perrone editore, 5 euro), è un racconto d'autore di una scrittrice e giornalista di grande rilievo, per la carta stampata e nei programmi radiotelevisivi. Il colore del titolo si spande lungo l'intero referto, con grande dovizia di particolari che via via si concentrano sul dettaglio come schema di riflessione essenziale e ineludibile. Ma anche come punto di partenza per narrare ministorie legate al vitale quotidiano, e perciò a tutta quella oggettistica, indispensabile, che accompagna i nostri frammenti di vita: un maglione, rosso ovviamente, una bicicletta, un paio di scarpe. Il tutto riferito con struggente tenerezza. Questa nuova traduzione di Giovanna Bemporad del «Cantico dei Cantici» (Morcelliana, 8 euro), ha il pregio di restituire alla parola del libro più bello della Bibbia, la sua autentica eccellenza, perché attraverso il dono del verbo si fondono il vero e l'ambiguo, il sacro e il profano, il corpo e il desiderio, e al contempo la sacralità entro cui l'incontro, il confronto, travalica l'umano e penetra al vivo dell'insondabilità del celeste. La Bemporad recupera il «Cantico» di Salomone così come venne scritto, nella naturalità dei suoi profani contenuti. senso, segreto, musicalità del verso di una grande poetessa e a contatto con l'ineffabile.

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