Maddalena, una leggenda nata da due omelie
Così Gregorio Magno fuse le storie di quattro donne in una soltanto. Un libro fa giustizia
Nei Vangeli "quella vera" è una sola: esce dal nulla, si prosta a Cristo, lo segue fino al calvario sulla croce, poi ne annuncia la resurrezione ai dodici apostoli increduli. Oggi, invece, romanzi religiosi al confine tra fantasia e leggenda l'hanno vestita coi panni della sposa di Gesù. Hanno ricreato la scena talmente bene che la suggestione della trama, della moglie del Salvatore e della loro progenie cristiana ancora viva nel mondo, si sta sovrapponendo alla verità evangelica sulla donna. Un libro della San Paolo - «Maria Maddalena, dalla peccatrice pentita alla sposa di Gesù» - ripercorre questo bizzarro sentiero, dal Testamento ad Hollywood (col film di prossima uscita nella sale cinematografiche ispirato al "Codice da Vinci" di Dan Brown, romanzo sul presunto amore). Ricapitola il Nuovo Testamento e i personaggi in esso contenuti che in seguito sono stati scambiati per la Maddalena, quasi per associazione, senza però che il testo la menzionasse. L'autore è Régis Burnet, ex alunno dell'École normale supérieure, dottore dell'École pratique des hautes études, docente alle Università Paris VII e Paris VIII, già autore per l'editrice Queriniana del volumetto "Il Nuovo Testamento", della collana "Sintesi" del 2005. «A rigor di termini - spiega Burnet - il personaggio Maria Maddalena nei Vangeli viene menzionato solo tre volte: in compagnia di Gesù, ai piedi della croce e al sepolcro. La prima volta che il lettore incontra Maria di Magdala è nelle notizie spicciole sull'entourage di Gesù. La più sviluppata è quella di Luca: "Un po' di tempo dopo egli se ne andava per le città e i villaggi predicando e annunziando la buona novella del regno di Dio. Vi erano con lui i Dodici e anche alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria detta la Magdaleana, dalla quale erano usciti sette demòni, Giovanna moglie di Cusa, amministratore di Erode, Susanna e molte altre. Esse li assistevano con i loro beni (Luca 8,1-3)". Nei Vangeli compaiono poi altre tre figure femminili scambiate per la Maddalena. Una è Maria di Betania, sorella di Marta e di Lazzaro, il resuscitato da Cristo. E ancora, lei è una peccatrice che si accosta a Gesù nel corso di un banchetto in casa di Simone il fariseo: piange, versa il profumo che ha portato con sé sui piedi di Cristo e poi li asciuga coi suoi capelli. E quindi c'è l'adultera che Gesù salva dalla lapidazione dicendo alla folla la famosa frase: «Chi è senza peccato scagli la prima pietra». Nei Vangeli però queste donne sono senza nome. E papa Gregorio Magno a fonderle tutte e quattro in una sola, in Maria Maddalena. E precisamente - ricorda Burnet - «sono due sue omelie ad attribuire alla donna identità e funzioni che essa conserverà per quasi un millennio: le omelie 25 e 33 sul Vangelo. La prima fu pronunciata a San Giovanni in Laterano il giovedì della settimana di Pasqua del 591 e tratta del Noli me tangere (Gv 20,11-18); la seconda a San Clemente, il venerdì delle Quattro Tempora del settembre seguente e tratta dell'unzione della peccatrice (Lc 7,36-50). Fin dall'inizio, viene dato il tono: "Questa donna che Luca chiama la "peccatrice" e Giovanni "Maria", noi crediamo sia quella Maria dalla quale furono scacciati sette demoni, secondo quanto attesta Marco". In realtà, Maria Maddalena attualizza la potenza della penitenza, non la illustra. Chi meglio dell'antica peccatrice può simboleggiare il perdono e la riconciliazione. Noi la troviamo in combutta con le speculazioni alla moda. Liberata dall'immagine della peccatrice, essa continua a fare scandalo».