Largo all'Italia Cannes punta sui nostri film
Sipario alzato e riflettori accesi sulla Croisette dal 17 al 28 maggio, per la 59esima edizione della rassegna che già si annuncia prolifica per il team degli italiani e non solo. Non accadeva infatti da anni che Cannes accogliesse tante pellicole hollywoodiane, ma soprattutto tanti bei film made in Italy. Nessuna incertezza per «Il Caimano» di Moretti, amatissimo dai francesi, già osannato dalla stampa d'Oltralpe e dal direttore del festival, Thiérry Frémaux, in prima fila alla esclusiva proiezione romana. Ed è certo che per nessun altro regista italiano sarà facile il testa a testa con Moretti. Prova ne è l'indecisione di Marco Bellocchio ad accettare la selezione a «Un certain regard» per il suo «Il regista di matrimoni», con Sergio Castellitto. Storia che esplora il conformismo celato dietro al cattolicesimo più bigotto, pronto a raggiungere il suo apice nei riti matrimoniali. Bellocchio spera evidentemente di entrare nella selezione ufficiale. Stessa comprensibile speranza nutrita da Emanuele Crialese, con «La porta d'oro», che dovrebbe essere il secondo film in competizione, dopo quello morettiano, sempre che il regista di «Respiro» riesca a consegnare la pellicola nei tempi previsti dal festival. Quella di Crialese è stata una produzione molto impegnativa, ambientata tra la Sicilia e l'Argentina, intepretata da Vincenzo Amato e Charlotte Gainsbourg. Il racconto è sul viaggio della speranza degli emigrati siciliani, nell'America dei primi del Novecento, che prima di avere il visto per gli States erano costretti a fermarsi in una isoletta newyorkese. Confermata invece la presenza, nella «Quinzaine des realisateurs», dell'opera prima dell'attore Kim Rossi Stuart, «Anche libero va bene», voluto fortemente dai francesi, appassionati della performance di Rossi Suart nel «Romanzo criminale» di Placido. Il film narra la difficile situazione familiare di un bambino alle prese con una madre instabile (Barbora Bobulova) e in fuga da un padre oppressivo. A questo quartetto di pellicole italiane, potrebbero aggiungersi però delle sorprese. In forse, ci sono ancora altri film: «Viaggio segreto» di Roberto Andò e «L'amico di famiglia» di Paolo Sorrentino, storia di usura con Fabrizio Bentivoglio protagonista, entrambi ancora non scelti per la Mostra di Venezia. Poi, c'è «La sconosciuta» di Giuseppe Tornatore, che in molti danno come film prenotato dalla neonata «Festa internazionale del cinema» di Roma, con «Lezioni di volo» di Francesca Archibugi. Se è vero che sarebbero davvero troppi tre gli italiani in concorso, è pur certo che la scelta di Cannes conferma la bella stagione del cinema nazionale. Nessun dubbio che il film «N» di Paolo Virzì, ispirato al romanzo di Ernesto Ferrero, resti fuori dai giochi della gara. Pur narrando la fine di Napoleone all'Elba con Daniel Auteuil protagonista, la sua presenza nel concorso francese salta perchè Monica Bellucci, che veste i panni di un'affascinante baronessa, è anche giurata a Cannes. Sul fronte americano, sono molti i grossi nomi in lizza: l'attesissimo «Codice da Vinci» aprirà il festival della Cote d'Azur, seguito da «X Men 3 - The last stand» e dal kolossal epico «The Fountain». Mentre Oliver Stone presenta venti minuti del suo film sull'11 settembre «World Trade Center»; David Lynch il thriller «Inland Empire»; Sofia Coppola «Maria Antonietta»; Linklater il «Fast Food Nation», inchiesta choc sull'alimentazione e infine, il gay John Cameron Mitchell sbarca sulla Croisette con lo scandalo annunciato del festival, «Short Bus», che descrive la promiscuità sessuale di una comunità di omosessuali, trans e drag queens, nella New York del Novecento. Tra le grandi firme internazionali, non mancheranno Pedro Almodovar, con «Volver»; Guillermo Del Toro, con «Pan's Labyrinth»; Aki Kaurismaki, con l'ultima parte della sua trilogia «Lights in the dusk»;