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Hanks: il mio «Codice» con l'ossessione della verità

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«Essere nel "Il Codice" è stata la ricompensa più significativa della mia carriera» ha detto l'attore, 50 anni, che con Howard ha già lavorato in «Apollo 13» e «Splash-Una sirena a Manhattan». Il film, che arrivera nei cinema di tutto il mondo il 19 maggio, sembra abbastanza fedele al libro di Dan Brown, lo storico dell'arte che con la sua fatica letteraria ha suscitato da un lato l'ira della chiesa cattolica e dell'Opus Dei e dall'altro un'accusa di plagio - intentata dagli autori di un saggio del 1982, «Il mistero del Graal», Michael Baigent e Richard Leigh - e da cui la corte di giustizia di Londra lo ha appena prosciolto. «Abbiamo girato il film nel museo del Louvre a Parigi, l'emozione che ho provato ad essere in quel posto così reale è stata fortissima», ha spiegato la star due volte premio Oscar che nel thriller ha vestito i panni di Robert Langdon, l'esperto di simbologia al quale spetta il compito di indagare sulla morte sospetta del vecchio curatore del museo del Louvre. «Il film è la ricerca ossessiva di una verità, tanto potente e affascinante quanto misteriosa», ha raccontato l'attore al programma televisivo americano «Insider», che insieme a Audrey Tautou, nella parte della francese Sophie Neveau, esperta di crittologia, è il personaggio principale del film.

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