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di GIAN LUIGI RONDI TERKEL IN TROBLE, di Sfefan Fjeldmark, Kresten Vestbjerg Andersen, Thorbjorn Cristoffersen, ...

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BAMBINI brutti e cattivi. Sporchi no, perché sono danesi, in compenso, però, sono violenti, aggressivi, pronti al torpiloquio e, alcuni, a un «nonnismo» da caserma che rende la vita a scuola insopportabile. Anche perché un'insegnante risulta subito morta in un incidente misterioso e il suo supplente sembra matto (e forse è peggio). In mezzo, il Terkel del titolo che è nei guai («in trouble») perché, avendo involontariamente schiacciato un ragnetto, è duramente perseguitato da due «nonni» come torturatore di animali; con la complicazione, più in là, di avere, sempre senza volerlo, provocato il suicidio di una compagna di scuola e per nulla confortato in famiglia dove un papà gli dice sempre no, una mamma si preoccupa solo di malanni immaginari e un vecchio zio, pur dicendosi pronto a soccorrere i bambini in pericolo, non sa dare ascolto a nessuno... È «La giungla della lavagna»? È un film dell'orrore? No, è un disegno animato danese in 3D realizzato da tre registri noti da tempo nel mondo della computer graphic e capaci di raccontare una favola perfida, e all'opposto del famoso «politicamente corretto», senza perdere un colpo e, anzi inventando ad ogni passo episodi furbi in cui la commedia si mescola al dramma, il riso si sposa con l'angoscia, ora puntando sulla satira ora, come nelle scene prima del lieto fine, su delle tensioni martellanti messe lì con astuzia per far trattenere il fiato in platea. I personaggi, e le loro gesta spesso oscure, sembrano uscire dai fumetti dei Simpson, ma il segno grafico che li evoca trasformandoli, grazie alla 3D, in pupazzetti semoventi, li rende anche più buffi e, alcuni, anche più perversi: con facce, gesti, psicologie affidati sempre alla beffa più pungente, sostenuta, al momento buono, da sorprese che sembrano tolte a un thriller. A parte quello che ne penseranno i bambini (ma ce li porteranno?), gli adulti, ad ogni svolta della favola malvagia, troveranno ampie occasioni di spasso: con un gusto e un'adesione come non suscitano spesso i disegni animati. Raddoppierà questo spasso, nelle nostre sale, un adattamento e un doppiaggio italiani a cura di «Elio e le Storie Tese» e di Antonello Governale che hanno allineato, fra i doppiatori, addirittura Claudio Bisio, Lella Costa e Simone D'Andrea. Ascoltarli, con i loro vezzi e le loro inflessioni dialettali mentre si vedono sullo schermo quelle facce in caricatura è un divertimento ghiotto. Da non perdere.

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