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L'ennesimo incubo di King: in trillo la fine del mondo

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L'autore Luca Pagliari indaga a fondo nella vita avventurosa del calciatore, ne ricava una biografia di percezioni profane. In Italia lo chiamavano «il Cé», in Argentina «il Tano»: quando nasce questa letteratura popolare, vuol dire che la stoffa c'è. Già autrice di numerosi saggi dedicati a Calvino, Leopardi, Natalia Ginzburg, Alba De Cespedes, e qualche opera di narrativa, Claudia Patuzzi esce ora con un romanzo molto compiuto e risolto, «La stanza di Garibaldi» (Manni ed. 18,00 euro), con una prefazione di Dacia Maraini che ne esalta giustamente il senso tutto concentrato di una memoria distesa per attirare nella rete i pesci del pensiero e farne alimento per un presente da conservare come ricco patrimonio da conservare gelosamente in un futuro prossimo venturo...Romanzo a metà strada fra iniziazione e saga, il testo si avvale di una scrittura calda e partecipe, in cui scompare ogni parentesi superflua, e tutto viene ricondotto nell'alveo di una totale essenzialità. Alla sua quinta silloge poetica, Alberto Bertoni è andato a imbattersi in un cavallo, fra i più celebri «Ho visto perdere Varenne», (Manni ed. 10,00 euro), se n'è invaghito e vi ha costruito sopra un racconto poetico, sotteso di struttura lirica che ne convalida la passione: il tutto tirato avanti come una sorta di referto narrativo di forte suggestione formale. Sono sei momenti, pilotati con grande discrezione, in cui il destriero si muove nei silenzi, accompagnato soltanto da un fruscio che ne segue lo sforzo e lo asseconda. La lingua poetica si adegua, collabora, filtra all'interno del verso e il risultato è quanto mai accattivante e compiuto. Torna in libreria il re del brivido Stephen King con un nuovo romanzo «Cell» (Sperling & Kupfer editori, 18,00 euro), un testo che trasuda brivido perché più che riguardare il nostro presente , è tutto incentrato su un futuro prossimo venturo: non sarà dunque una esplosione ad annunciare la fine del mondo, bensì il trillo di un cellulare. Il segnale che proviene dal tribunale della della vita, non sarà umano, non avrà nulla di terrestre e tutto ciò renderà più angosciosa l'attesa. Già da tempo l'umanità è divisa in due gruppi, i Cell e i Non Cell: è superfluo dire che più vittime farà la seconda ipotesi, con buona pace di tutti. Lo stile è nervoso ed essenziale, secondo le caratteristiche di King, che non finirà mai di stupire quanto a fervore inventivo. Un gradito ritorno è quello di Angela Bianchini «Gli Oleandri», (Frassinelli, 8,50 euro), che ancora una volta conferma la sua singolarità di scrittrice, come giustamente ricorda Valeria della Valle nella postfazione. Il tema è quello della colpevole rimozione di anni memorabili che rischiano di venir travolti da un collettivo uragano che tutto cancella, anche la memoria. Le due smarrite giovinezze che fanno da protagoniste alla vicenda vengono fermate dal potenziale di scrittura della Bianchi. Due giovinezze che la guerra ha segnato coinvolte in un intreccio molto netto e preciso, che si avvale del segno di un grande eloquio. Questo nuovo testo di Giuseppe Conte, «Lettera ai disperati sulla primavera» (Ponte alle Grazie, 11,00 euro)arriva puntuale con il primo germogliare di fiori e foglie, disponendo l'anima, ricorda Conte, a fiorire, quasi ad accompagnare il tripudio: dietro, ma non troppo, c'è l'idea stessa di vita di questo poeta, e assieme quella di cultura come recupero di una vitalità che richiede, esige tanti slanci. Si può tranquillamente definire una sorta di manifesto letterario «sui generis», dove il supporto della parola costruisce un disegno poetico di rara bellezza: la forza infatti è tutta nel linguaggio. È la parola spe

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