di GIAN LUIGI RONDI TRISTANO E ISOTTA, di Kevin Reynolds, con James Franco, Sophia Myles, Rufus Sewell, ...
LE LEGGENDE su Tristano e Isotta hanno cominciato a fiorire dopo l'anno Mille, in poesia e in prosa e nelle lingue più svariate, dal celtico al provenzale, dal medio-alto tedesco al francese e poi anche in italiano. Il tema di base era sempre quello: l'amore cui non si può resistere e che fatalmente conduce a morte. Come, più tardi, ma con ben più alti approdi drammaturgici, ci avrebbe detto Wagner nel testo che poi avrebbe messo in musica. Oggi, più che al «Tristano e Isotta» di Wagner, lo sceneggiatore newyorchese Dean Georgaris e il regista texano Kevin Reynolds si sono rifatti alle leggende originarie medievali rileggendole però soprattutto secondo i moduli dei film in costume e d'azione hollywoodiani, pur non trascurando l'amore. Siamo ai tempi in cui gli irlandesi volevano dominare gli inglesi attestati in Cornovaglia. Fra una guerra e l'altra, il giovane Tristano, adottato da un signore inglese, Lord Marke (il futuro «Re Marco»), è creduto morto in combattimento. Sulla barca, però, con cui, secondo certe tradizioni, si celebrano i suoi funerali, approda in Irlanda dove Isotta, figlia del Re, senza dirgli il suo nome, non solo lo cura ma se ne innamora, furiosamente ricambiata (anche se la sua ancella, di sfondo, parla di «funesti presagi»). Più il là, guarito, Tristano torna in Cornovaglia, Lord Marke, il suo padre adottivo, è diventato Re e per pacificare adesso i due regni si decide (ma per gli irlandesi con piani subdoli) di dare in moglie Isotta a Lord Marke se però la vincerà in singolar tenzone. Al posto di Lord Marke è Tristano ad andare in Irlanda, riportando una bella vittoria ma riportandosi in Cornovaglia quella fanciulla di cui ha scoperto solo adesso l'identità. Tenterà di reprimere l'amore che gli bolle in petto e anche Isotta, però con minor coraggio. Re Marco scoprirà tutto e, come volevano le leggende, sarebbe anche disposto a perdonare, ma in una nuova guerra fra irlandesi e inglesi Tristano muore, Isotta, invece, gli sopravvive per piangere sul suo cadavere... Predominano le battaglie e l'avventura (Reynolds ha al suo attivo un Robin Hood e un Conte di Montecristo). L'amore ha spazi patetici e il solo personaggio con rilievi intensi ce l'ha Re Marco, prima sospettoso e geloso, poi nobilmente capace di perdonare. Gli dà volto, con accenti anche sfumati, il bravo Rufus Sewell. Solo oleografici, invece, di fronte a lui, Sophia Myles, una Isotta poco espressiva, e James Franco, un Tristano provvisto solo di una mimica truce. Fanno rimpiangere i soprani popputi e i corpulenti tenori che ci cantano Wagner.