Due Iene sbarcano nei cinema travolte dal dramma della gelosia

Nel film «...e se domani», prodotto dal Beppe Caschetto e distribuito in oltre cento copie da Medusa il prossimo 13 aprile, il regista esordiente Giovanni La Pàrola ha voltuto però puntare più sull'aspetto romatico dell'uomo, che pare sia stato spinto per amore a rapinare la banca. Il protagonista del film, Mimì, (Bizzarri) è infatti perdutamente innamnorato fin dall'infanzia di Ketty (Sabrina Impacciatore) emigrata come lui nel nord Italia, ma sposata col suo migliore amico, Giovanni (Claudio Gioè), che muore e consente così ai due di avvicinarsi sentimentalmente. Ma i soldi non bastano e allora il gesto della rapina diventa necessario per Mimì. Lo spirito grottesco del film (costato circa 2 milioni e mezzo di euro), che ricorda quello dei cartoon, è piaciuto al festival di Annecy, dove sono stati premiati i tre protagonisti. Tutta la vicenda è poi condita dal rapporto di amicizia tra Mimì e Matteo Cillario (Kessisoglu), suo avvocato e amico, ma molto diverso da lui. «Se Mimì è impulsivo e passionale, Matteo è riflessivo, cerebrale e così avaro da non concedersi neppure un figlio pur di spendere meno», ha detto ieri Kessisoglu. Di Luca Bizzarri è invece lo sfogo divertito verso la collega Impacciatore: «Sabrina mi ha imposto il siciliano (il dialetto di Avola) e così mi sono sentito davvero un uomo del Sud, la mia virilità ne ha sicuramente giovato. Credo che in questa campagna elettorale nessuno ha davvero fatto delle domande a nessuno. Io, a Prodi e Berlusconi, farei una domanda, ad esempio, sull'energia. Che fossimo dei coglioni lo sapevamo già, ma venircelo anche a dire è davvero troppo», ha infine concluso Bizzarri, scherzando sull'espressione utilizzata l'altro ieri da Berlusconi per definire chi nelle prossime elezioni «voterà contro i propri interessi». «Di questi dibattiti — ha precisato invece Kessisoglu — non si capisce molto. Sembra che si pensi solo a dare risposte che convincano gli altri a votarli. Dovrebbero invece ascoltarsi e ascoltare di più. Non pensare solo promettere».