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Scambi di coppia con classe

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Il tema affrontato senza morbosità dai registi Arnaud e Jean-Marie Larrieu

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GLI SCAMBI di coppia. Una consuetudine viziosa che sta diffondendosi anche con la connivenza di circoli specializzati. Arnaud e Jean-Marie Larrieu, invece, due fratelli registi noti solo in Francia perché questo è il loro primo film in uscita nelle nostre sale, pur affrontando il tema, l'hanno svolto senza morbosità, con accenti precisi soprattutto sui caratteri. Due coniugi non più giovani, William e Madeleine. Avevano una figlia che li ha lasciati per degli studi in Italia e un pò si sentono spaesati anche perché lui ormai è in pensione e lei ha finito per dedicarsi solo un po' alla pittura, ma da dilettante: dimenticando il sesso, pur continuando ad amarsi. Hanno una buona situazione finanziaria così da Grenoble dove vivevano acquistano una villa di fronte alle Alpi, a contatto con la natura. Più in là, un'altra villa, di proprietà di una coppia, Adam e Eva (nomi simbolici?) di cui diventano subito amici. Se non che, per un incidente, la villa dei vicini prende fuoco e William e Madeleine non esitano a invitarli da loro. Da qui il resto, preparato anche dal fatto che Adam è cieco (pur molto autosufficiente) e così non è difficile che, almeno all'inizio, possa involontariamente scambiare Madeleine per Eva. Poi, però, lo scambio diventerà volontario e coinvolgerà anche William con la moglie di Adam. Seguono dei momenti di imbarazzo, presto, però, superati dalla decisione di una vita in comune, ma lontano da lì, addirittura in un'isola del Pacifico. Superando comunque anche quella, perché William e Madeleine, rinsaldati nella loro unione da quella esperienza, sceglieranno alla fine di restare dove sono, accettando altre esperienze di quella stessa natura... Senza mai increspature. Con i primi sospetti di attrazione sessuale reciproca rappresentati con immagini buie (anche in linea con il buio in cui il cieco si muove). Con un cesello di stati d'animo, a carico soprattutto dei due protagonisti, che tende delicatamente ad alludere a quei loro sensi prima addormentati e adesso ridestati da quell'incontro inatteso, non trascurandovi, tra le pieghe, anche l'insorgere di sentimenti nuovi senza che mai provochino gelosie e moti risentiti negli animi. Concorrono a questi climi mai accentati e sempre all'insegna del soffuso due interpreti fra i più apprezzati del cinema d'oltralpe: Sabine Azéma, una Madeleine sempre chiuse in se stessa, anche nei momenti in cui sembra poter impennarsi, Daniel Autouil, più del solito problematico, con la sua consueta ma sempre vitalissima recitazione sfumata. Una accoppiata di classe.

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