di LUCA BENEDETTI BARCELLONA — «Sono scappato dall'Italia per non sentire più parlare di Berlusconi e Prodi».
30,(30 puntate ogni martedì, mercoledì e giovedì), Fabio Volo accetta di buon grado il rischio di passare per qualunquista pur di mantenersi equidistante dai due contendenti politici. «Non sono loro il futuro dell'Italia, che al masssimo può definirsi una nazione moderna, ma non contemporanea. Anche se vincerà Prodi, per un giovane sarà sempre complicato diventare medico o notaio se non è figlio di un medico o di un notaio», ha esordito Volo. L'ex inviato de «Le Iene», famoso per le ironiche provocazioni (memorabile lo spogliarello a casa di Alessia Marcuzzi) si dice felice di guadagnare un sacco di soldi lavorando per Mediaset, Mtv, Gruppo Espresso e Mondadori. Oggi è sia su Radio Deejay (ogni mattina da sei anni) sia in libreria con il terzo libro «Un posto nel mondo», che ha superato le 220 mila copie vendute.Ma è pure in attesa del suo terzo film «Uno su due», che uscirà in ottobre. Nelle prossime dieci settimane Volo vivrà a Barcellona, in un suggestivo appartamento affacciato sulla Rambla, per mettere a confronto le differenze fra la vita di un ragazzo italiano e uno spagnolo, in particolare su problemi pratici, come il lavoro. «Mostrerò una citta in grande fermento culturale e umano — ha detto Volo —. Ci saranno lezioni di lingua e cucina spagnola, esibizioni degli artisti di strada e molti ospiti: Carlo Verdone è il primo fra gli attori e registi che ogni settimana parleranno dei loro film preferiti; domani, Tonino Carotone, quello che cantava «È un mondo difficile», ci guiderà alla scoperta degli angoli più nascosti e caratteristici di Barcellona e giovedì, i Negramaro inaugureranno le performance dal vivo sulla terrazza». «Italo (Spagnolo)» racconterà anche le storie di italiani comuni lontani anni luce dai protagonisti dei nostri reality show: «I giovani rappresentati oggi da programmi come quello di Maria De Filippi mi infastidiscono molto: è una generazione di rincoglioniti, che cerca solo il successo facile e immediato. Io voglio mostrare che esiste una ri-generazione di ragazzi entusiasti e più preparati di me, che ho fatto solo la terza media e mi sono salvato dall'ignoranza leggendo molto», ha confessato l'attore. La prima inchiesta di «Italo (Spagnolo)» riguarderà i Pacs e le adozioni da parte di coppie omosessuali. «Sono favorevole ai matrimoni gay, che in Spagna sono legali dall'estate scorsa, ma sono ancora confuso riguardo a questo tipo di adozioni: spero che il nostro servizio aiuti anche me a schiarirmi le idee», ha sottolineato Volo. L'intento di un programma come «Italo (Spagnolo)» è quello di scandagliare la realtà sociale, senza immischiarsi nelle diatribe politiche, «anche perché dai nostri sondaggi — ha poi spiegato Antonio Campo Dall'Orto, amministratore delegato di Mtv Italia — risulta che alla stragrande maggioranza del pubblico italiano di Mtv non interessa per nulla la politica». Incalzato sulle sue preferenze elettorali, Fabio Volo dice solo che tornerà in Italia per votare. Poi gli scappa la battuta: «Ero di sinistra, finché c'era». E si congeda spiegando perché, alla fine, rigetta l'etichetta del qualunquista: «Io non ho la credibilità per parlare di politica e comunque non voglio fare il soldato di guerre non mie: non mangio da Mac Donald's, ma nemmeno tiro bottiglie contro le loro vetrine».