Tognazzi irresistibile, Paola Pitagora accattivante
In un libro-dvd le gag del comico. Pregevole il romanzo dell'attrice. Baudrillard contro il «virtuale»
In appendice, il ricordo di alcuni fra i tanti che hanno riso e lavorato con lui: Piero de Bernardi, Pupi Avati, Bernardo Bertolucci, Paolo Villaggio, il figlio Ricky. Chiude la fitta cronaca della carriera della Premiata Ditta Ugo Tognazzi & CO. Un passo dopo l'altro, nel cinema e nel romanzo, Chiara Palazzolo sta costruendo un edificio del tutto nuovo e diverso del noir italiano e del fantastico. La troviamo adesso, in questo thriller, «Strappami il cuore» (Piemme, 17.90 euro), alle prese con due ragazze che viaggiano oltre i limiti di velocità, sull'autostrada Perugia/Roma. Hanno avuto una vita violenta, e una morte simile, ma sono tornate, sfuggendo a una setta che vorrebbe sterminare perfino chi non c'è più. Muovendo da questo antefatto, il romanzo si snoda in bilico fra il reale e il fantastico, e presenta personaggi, la protagonista soprattutto, molto ben costruiti, in un contesto di forte romanzo psicovirtuale. Questo testo inedito di Giuseppe Pontiggia «I classici in prima persona» (Mondadori 7,50 euro), comprende il brano inedito dello scrittore scomparso nel 2003, che riguarda un incontro all'Università di Bologna un anno prima della morte, e un saggio breve, entrambi gli scritti dedicati a uno dei temi più cari allo scrittore: il rapporto, e il confronto, con i classici. Ci sono, alternati e spesso incrociati, filologia e autobiografia, e sullo sfondo, non comparse ma protagonisti assoluti, i classici tanto amati, greci e latini, che sono poi lo spunto per parlare della funzione del canone, del rapporto ambiguo fra retorica e politica. Infine uno scritto di Ivano Dionigi, docente di letteratura latina a Bologna, sull'argomento prediletto dal memorabile romanziere. Abbandonati i panni della Lucia manzoniana, e di «A come Andromeda», Paola Pitagora ritorna alla sua prediletta azione letteraria con un romanzo/biografia («Sarò la tua bambina folle», Baldini Castoldi Dalai, 14,50 euro) di un personaggio del teatro, Roberto P., che ha partecipato a un reality show della fascia pomeridiana, prima di sparire nel nulla, nella disattenzione generale, come tanto spesso accade. È stato però ritrovato il suo diario che subito indirizza il romanzo sul tracciato del giallo: c'è un evento criminoso, una conversione compromettente catturata per caso, ed ecco allora che un semplice «journal», la formula adottata dalla Pitagora, si trasforma in una trama in cui la figura del protagonista/attore appare e scompare, in un gioco di riflessi molto accattivante. Jean Baudrillard è figura di filosofo e di sociologo di rilievo internazionale, e negli studi sul rapporto/confronto fra riflessione speculativa e psiche, di certo lancia segnali fondamentali. Questo suo nuovo testo, «Il patto di lucidità o l'intelligenza del Male» (Cortina ed. 19 euro), ce lo propone molto irritato nei confronti di quel dilagante dominio del «virtuale» che lentamente, con sadica pazienza, ma inesorabilmente, va cancellando dalla mente umana e dai nostri comportamenti, tutto ciò che accade sul pianeta, sottesamente sostituito da un virtuale che configura soltanto ciò che viene rappresentato. Baudrillard non ci sta, ragiona e argomenta, apre insomma l'ennesimo dibattito, ma con riflessioni e bilanci di grande, preoccupante interesse. E tanto per restare sul fronte della protesta per la strada in discesa che il mondo sta precipitosamente percorrendo, ecco ora Gian Luigi Beccaria, insigne linguista torinese, dedicare questo libro ai continui attentati che il modulo espressivo che si chiama parola è andato subendo nel corso di tutti questi anni. Anche il titolo sottolinea i te