«Che effetto mettere sotto le Iene»
Nel cast l'inseparabile tandem Luca Bizzarri-Paolo Kessisoglu
Il film d'esordio del promettente Giovanni La Parola, che ha nel cast l'inseparabile tandem delle Iene e di «Camera Cafè», Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu, è il primo titolo italiano comparso in gara nella decennale rassegna veronese. Un debutto festeggiato con i trofei assegnati dal pubblico e dai critici cinematografici (a vincere il festival, invece, sono stati, ex aequo, il francese «Douches froides» e il brasiliano «Cidade baixa»). Sabrina, in questo film ispirato a una vicenda reale, la sua Ketty è lo stereotipo della donna emancipata e irrisolta ed è la causa delle sventure, esistenziali e giudiziarie, del povero Mimì, un sognatore sprovveduto che per eccesso d'amore si trasforma in rapinatore. Le piace il suo personaggio? «Ammetto che, quando ho letto il copione, ho pensato: "Stavolta, mi sono beccata una stronza". Ma, poi, ho cercato di comprenderla, anche perché un'attrice non può giudicare il personaggio che vuole interpretare, ma deve amarlo comunque per calarsi completamente in esso. Inoltre, sono fiera di Ketty, perché sullo schermo è il mio primo ruolo da protagonista femminile». Certo, questa Ketty è molto diversa dalle irresistibili parodie femminili, come "Darla" o "Saschia", cui ci aveva abituati negli show tv, da "Macao" a "Ciro", da "Convenscion" al sospeso "Raiot". «Il mio debutto in tv fu opera di Gianni Boncompagni: lavoravo in redazione a "Non è la Rai" e un venerdì mi disse "Inventati una rubrica, ché lunedì vai in onda". Devo a lui le due notti più agitate della mia vita, ma non smetterò mai di essergli grata: Boncompagni ha visto il mio talento di interprete comica, di cui non mi ero accorta, e me lo ha fatto tirare fuori. Sogno di fare l'attrice fin da bambina, di più, fin da quando ero uno spermatozoo, ma non sapevo di poter far ridere». È esplosa in Tv e poi l'ha mollata per il Cinema: scelta giusta? «Diciamo che è stata una scelta severa. Dopo una decina d'anni, con la Tv ci potevo campare alla grande: i direttori di rete mi offrivano la conduzione di programmi a lunga scadenza. La testa mi diceva "E dai, accetta", ma ho seguito la voce del cuore, il gorgoglio delle viscere, e ho scelto di non allontanarmi dal mio sogno. In Tv mi scrivevo da me i testi e dopo 75 puntate di "Darla" avevo bisogno di cercare altri personaggi che riflettevano il mio modo di osservare la realtà, di criticarla. Certo, la mia ricerca era un lavoro creativo gratificante, ma anche molto sfiancante. Chissà, un giorno, ci ritornerò in Tv». Qual è stato il film che ha segnato la sua svolta? «Sicuramente "L'ultimo bacio": allora, ho capito che desideravo solo stare sui set cinematografici, magari alternando ruoli comici ad altri drammatici, come faceva Monica Vitti, la mia attrice preferita». Dopo la Ketty di "E se domani"? «Ho appena terminato di girare "N.", di Virzì, un film in costume su Napoleone in esilio all'isola d'Elba. Io sono Diamantina, una pazza furiosa che manda in crisi i suoi fratelli Elio Germano e Valerio Mastandrea. Napoleone è il grande Daniel Auteuil e c'è anche Monica Bellucci, il resto lo scoprirete in autunno, nelle sale».