«Illustrissimi» conditi con un pizzico di malignità

Non che il mito di anni remoti abbia sostituito la febbre mughian/juventina, ma certamente la rievocazione che vien fuori da questo «E la donna creò l'uomo. Lettere d'amore a B.B» (Mondadori, 16 euro) percorre trasversalmente la vicenda erotico/sociale di un personaggio che sicuramente ha ricoperto l'ultimo ruolo disponibile del divismo, ora drammaticamente sostituito dalle «veline». C'è anche molto della storia di Parigi e della Costa Azzurra, da dove Brigitte Bardot mandava i suoi segnali inquietanti, in questo libro, e c'è soprattutto Mughini che si tuffa in quelle trine morbide con la passione di un ventenne. Barcellona, Olimpiadi del 1992, ecco di nuovo alla ribalta il detective Pepe Carvalho dell'indimenticabile Manuel Vàzques Montalban, in questo romanzo, «Sabotaggio olimpico» (Feltrinelli, 10 euro) mai finora uscito in Italia, in cui la passione sportiva di Manolo per il suo Barça si fonde con il colore partecipe con cui viveva e faceva rivivere le imprese del suo poliziotto, qui alle prese con un'avventura non desiderata: nello spazio dei giochi olimpici irrompono le miserie del terrorismo, un sabotaggio vero e proprio della più grande manifestazione sportiva di ogni tempo. Se si pensa che questo romanzo fu scritto nel 1993, allora si deve rendere omaggio alle forti capacità profetiche dello scrittore. Questo «Aeropoema» di Mario Baudino (Guanda, 10 euro), a prima vista, potrebbe sembrare il recupero di un vecchio discorso futurista, con tutto il dinamismo che quella corrente ha significato. E invece si tratta di un incedere poetico del tutto singolare e nuovo. La base di partenza della silloge è il volo, per tutto quanto comporta nel librarsi fuori dell'uomo, dove si conquista lo stupore, l'estasi, la meraviglia, persino una storia di passione d'amore che unisce cielo e terra entro un solo e unico magma incandescente. Poesia nuova e originale, si diceva, e anche una strada da percorrere in un tempo piuttosto avaro di liberazioni. Fra i tanti meriti dei Frescobaldi, grande famiglia fiorentina di letterati, musicisti, economisti, produttore di buon vino e tanto altro, c'è sicuramente l'impresa di Dino, poeta stilnovista che nel Trecento salvò i primi canti dell'Inferno dantesco, abbandonati dall'Alighieri bandito da Firenze. Lui stesso glieli riconsegnò in Lunigiana, presso il Malaspina dove il poeta era andato a rifugiarsi. Questo e tanto altro racconta questo splendido libro d'arte di Dino Frescobaldi, giornalista di oggi ed erede delle glorie di famiglia, e Francesco Solinas, studioso insigne, titolato semplicemente «I Frescobaldi» (Le lettere, 6,50 euro), arricchito da preziose illustrazioni. Carlo Lucarelli e Massimo Picozzi, scrittore ormai di fama il primo, criminologo altrettanto celebre il secondo, ha messo insieme queste «Tracce criminali» (Mondadori, 15 euro), con un sottotitolo che spiega ancora meglio l'intento: storie di omicidi imperfetti. Nell'album di famiglia della criminalità, gli errori sono un classico, e buon per le indagini che l'assassino non raggiunge mai la perfezione nell'applicare il disegno criminoso. Ma questo libro è anche un viaggio alla scoperta di quelle tracce che in gergo si chiamano decisive. La morte ancora misteriosa di Diana, e i fatti terribili degli Atlanta Child Murders come in quella del serial Killer Michele Profeta, tutto emerge con decisiva chiarezza. La faccia del cosiddetto intellettuale è diversa da un viso comune, di quelli che incontriamo ovunque e sempre? Per Nello Ajello, i volti dei vocati a pensare (e talvolta a diventare maestri di pensiero...) sono quelli degli «Illustrissimi» (La Terza 15 Euro), appellativo un po' napoletano di questi personaggi, che oggi paiono un po' in ombra, come travolti da altre mediatiche funzioni. Il tono è confidenziale, e i protagonisti di incontri, colloqui, in bilico fra sapienza e ironia, sono tanti, eccone alcuni: Totò, Peppino, Paolo Villaggio, Luigi Einaudi, Altan, efficaci ritratti in primo piano sullo sfondo di