Giornata di Primavera, le meraviglie del Fai aperte al pubblico
AL BURCARDO DI ROMA UNA MOSTRA SU IBSEN E LE GRANDI ATTRICI DEL TEATRO
Tra i 410 monumenti eccezionalmente aperti al pubblico in 190 città italiane anche il «Palazzaccio» a Roma, i Laboratori della Scala Ansaldo a Milano, la Cripta del Peccato Originale a Matera, un tempio romano a Brescia, ville e giardini in Liguria. Giunta alla quattordicesima edizione, l' iniziativa (realizzata in collaborazione con Wind) ha lo scopo, ha detto il presidente del Fai Giulia Maria Crespi, «di rendere consapevoli gli italiani del patrimonio nazionale e della sua bellezza, di cui bisogna essere responsabili». Quest'anno il Fondo per l'Ambiente Italiano chiede ai cittadini di partecipare in modo ancora più attivo alla tutela e valorizzazione della ricchezza storico-artistica del paese, sostenendo l'azione del Fai (è sua la gestione di ben 36 siti, non solo restaurati, ma riportati a nuova vita) con un contributo libero, a partire da un euro, pur lasciando gratuito l'ingresso ai monumenti durante la manifestazione. «In questi anni - dice l'amministratore delegato culturale del Fai, Marco Magnifico - i monumenti aperti sono stati circa 3.000 e mi stupisco che ci sia sempre qualcosa di nuovo da offrire all'attenzione dei cittadini». Tra le meraviglie della Giornata di Primavera c'è anche, vicino a Frosinone, una quercia di 500 anni, alta 30 metri e 7 di diametro. Forse ci andrà lo scrittore Alessandro Baricco, tra i testimonial dell'iniziativa Fai. Nella Capitale saranno aperti il cinquecentesco Palazzo Giustiniani, una delle sedi del Senato della Repubblica e il Palazzo delle Finanze, voluto da Quintino Sella. Un cammeo da non perdere è il palazzetto del Burcardo in via del Sudario 44 all'Argentina. Proprio in questi giorni nella bibilioteca teatrale della Siae situata al pianterreno s'è inaugurata una mostra dal titolo «Di burrasche e di calma» dedicata alle grandi attrici del teatro italiano che si sono cimentate con una delle più famose opere del drammaturgo norvegese Henrik Ibsen: «La donna del mare». Dall'Ellida di Clara Della Guardia (fu la prima a portarla in scena nel 1894) a quella della Duse (due edizioni 1909 e 1921) all'Ellida di Marta Abba nel '27 sotto la direzione di Pirandello. Per risalire alle più recenti: prima fra tutte l'interpretazione di Ileana Ghione nell'84: si può ammirare l'avvitatissimo abito da scena. Una sezione particolare riguarda «La donna del Mare» del 1921 a Torino che segnò il leggendario ritorno sulle scene di Eleonora Duse dopo dodici anni d'assenza. La Duse aveva 64 anni e i capelli bianchi. Un'anziana signora senza trucco e parrucca che interpreta una giovane e avvenente signora nordica affamta di libertà: fu una sfida e un'apoteosi. Le recensioni dell'epoca raccontano della sua interpretazione magistrale, semplice e assoluta e di una voce con partiture «musicali». Dicono pure che a fine recita i suoi fans staccarono i cavalli dalla carrozza per poterla riportare in trionfo in albergo. In mostra c'è anche il copione della Duse con le annotazione scritte di suo pugno.