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Battiato: «Un nuovo film tutto dedicato a Dio»

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Franco Battiato, musicista e regista da sempre studioso delle religioni, a Roma per promuovere «Musikanten», non si smentisce e va diritto per la sua strada: quella più difficile. «Si tratterà appunto di un dialogo fra un ateo, un credente e una persona che invece vive nel dubbio. Io sarò quello che curerà la parte del credente, mentre Manlio (Sgalambro) darà le parole all'ateo». Tra le novità di questo film (il cast è ancora tutto da definire) che partirà nell'autunno dell'anno prossimo, «il fatto che curerò personalmente la colonna sonora con delle mie canzoni inedite». Per Battiato, tra l'altro editore con l'Ottavo giorno di testi religiosi, «tutti i mistici sono arrivati riguardo a Dio alle stesse conclusioni. C'è insomma in tutte le confessioni religiose una base comune. Ed è quella che mi interessa». Anche se poi confessa tra le religioni preferisco su tutte «il Buddismo Tibetano e Cinese e certe forme di Induismo». Una certa amarezza c'è ancora in lui per la non buona accoglienza del suo «Musikanten», dedicato alla vita di Beethoven, al festival di Venezia: «Il fatto è che in questo Paese c'è il vizio degli opposti e dell'offesa. Ogni giudizio si radicalizza. A Venezia ho visto una conferenza stampa con protagonista De Oliveira. La sala era strapiena, ma nessuno faceva domande al regista. Poi ho capito che la sala era piena solo per prendere il posto e per aspettare Brad Pitt. E poi - conclude - le critiche sono arrivate, in altri tempi, anche a personaggi come Fellini e a Kubrick». Su «Il caimano» di Nanni Moretti che ancora non ha visto («ci andrò appena tornerò a Catania») è curiosissimo. «Mi ricordo della sua discesa in campo coi Girotondi e di come questa è stata criticata da politicanti incivili e grossolani». E che non ami troppo l'Italia di oggi è evidente quando facendo riferimento all'attuale premier («non voglio pronunciare il suo nome») dice: «Non può esistere un certo tipo di personaggio se non c'è dietro un popolo che lo sostiene. È stato così anche per Hitler». Di «Musikanten» non cambierebbe nulla: «in questo film mi sono attenuto fedelmente all'epistolario di Beethoven. Una sola cosa ho cambiato. Lui è morto tra la sporcizia e le pulci, in un modo disastroso. Io l'ho fatto morire tra delle lenzuola pulite. È stato il mio modo di fargli omaggio». Su una sola cosa non gli va di parlare, ovvero sull'intemperanze letterarie di Oriana Fallaci sull'Islam: «solo sentire il suo nome mi fa venire l'orticaria».

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