L'oratoria politica di De Sanctis

Si parla di Mario Soldati, uno dei maestri del romanzo italiano del Novecento. E di questo suo libro fresco di stampa, «Da leccarsi i baffi» (Edizioni Derive, 18 euro), che diventa subito una lettura di forte fascinazione, e piuttosto insolita, per l'entusiasta carica di partecipazione e di entusiasmo che l'indimenticabile narratore infondeva ai fornelli, creando con loro un feeling di incredibile accensione inventiva. ***** Non sono davvero pochi quelli che — in tempi di comunicazione mediatica che fa vincere l'immagine più che la parola — rimpiangono gli antichi viaggi elettorali, fatti di comizi improvvisati, di brusche fermate in luoghi ameni e goderecci, per soddisfare anche i diritti del palato. Fra i più celebri, quello di Francesco De Sanctis, maestro di critica e storia letteraria, che affidò alla sua abilità compositiva «Un viaggio elettorale» (Edizione Nazionale delle Opere, 45 euro), alla vigilia delle elezioni del 1874. Ma non è solo fatto di comizi questo vagabondaggio: è anche un po' romantico e molto idealizzato, poiché si svolge nelle sue terre natie, fra la sua gente d'Irpinia. Ebbe esito non proprio esaltante, quel viaggio: il grande critico fu eletto dopo il ballottaggio. ***** Intrecci d'amore e di vita godereccia nell'antica Roma, ai tempi di Nerone, diviso dal classico triangolo, marito, moglie, amante, nella limpida e documentata ricostruzione di Liliana Madeo, «Ottavia» (Mondadori, 9.40 euro), in cui il disegno psicologico delle due donne, Ottavia appunto, figlia di Messalina (e già basterebbe...) e dell'imperatore Claudio, moglie di Nerone, e Poppea, peccaminosa creatura reduce da una vita a dir poco avventurosa. L'interesse e gli slanci narrativi della Madeo sono prevalentemente rivolti a Ottavia, di cui la scrittrice disegna un quadro esemplare, a tutto tondo, dal quale emerge per intero la sottile fragilità del personaggio: oltre tutto un bel lavoro di restauro, poiché lei visse nell'ombra, sempre appartata, in un ruolo difficile se non impossibile. ***** L'enorme caseggiato in cui si svolge la vicenda di «Palazzo Yacoubian» di Ala Al-Aswani (Feltrinelli, 16 euro) è stato costruito da un miliardario armeno, ed è un alveare che contiene in sé tutto quanto l'Egitto è stato e continua ad essere, in questi settantacinque anni di vita, in uno dei viali del centro della città capitale. Qui, lo scrittore, nato al Cairo nel 1957, e boom editoriale nel mondo arabo in questi giorni, passa in rassegna uno per uno gli inquilini del fabbricato, e così costruisce una commedia umana che spiega tante cose, non esclusi certi aspetti della pluralità del mondo musulmano, diviso fra amore ed estremismo, fra ribellino talvolta incontrollate, e ansia di libertà, primo passo verso l'identità, tema/chiave di questo romanzo. ***** Sta uscendo un Meridiano di Mondadori (55 euro), di grande rilievo, «Essere a tempo» di Martin Heidegger, uno dei filosofi più controversi della storia del pensiero occidentale, per tanto tempo arruolato nell'esercito degli esistenzialisti, e in seguito, dopo più attenti studi, finalmente inserito nel suo più naturale spazio, quello di una totale libertà di pensiero, fuori di qualsiasi scuola. Furono poi queste le ragioni per cui non pochi editori italiani torsero il naso ed evitarono di pubblicare il testo, questo testo, quanto mai illuminante per meglio entrare nel novecento impazzito e crudele, e anche, se permettere, per restituire il buon Heidegger a quello che ha scritto e pensato, e non a voli di fantasia.