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Sharon donna-vampiro «Il mio corpo ti uccide»

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Così, l'attrice americana è riapparsa sui grandi schermi nei panni della diabolica autrice di libri gialli, Catherine Tramell, che si è trasferita per l'occasione da San Francisco a Londra. In molti non sono riusciti a dimenticare l'ormai classico «Basic Instinct» firmato Paul Verhoeven nel 1992, in cui la trasgressiva scrittrice, alias Sharon Stone, gioca con i chiari-scuri, accavallando le gambe nel corso di un serrato interrogatorio. Quel film, che incassò oltre 350 milioni di dollari, torna oggi nell'immaginario collettivo, rivisitando la contorta e pericolosa psicologia della fascinosa giallista, nel sequel «Basic Instinct 2», diretto da Michael Caton-Jones e dal 31 marzo nelle sale distribuito in circa 500 copie dalla Warner Bros. Accanto alla Stone, nel ruolo che gli è valso 12 milioni di dollari, stavolta non c'è Michael Douglas, ma David Morrisey, nei panni dello psichiatra Michael Glass, risucchiato nella tela di bugie e di seduzione della femme fatale. A chiudere il triangolo, l'ispettore capo di polizia Roy Washburn (David Thewlis) che indaga sui numerosi omicidi che sconvolgono una Londra notturna e peccaminosa, oltre che la vita dello psichiatra, mentre su tutto vigila la dottoressa Milena Gardosh (Charlotte Rampling), psicoanalista, collega e mentore del doctor Glass. Nonostante la perfidia del suo personaggio, che a volte scivola nel ridicolo, la divina Stone ne esce imperiosa e lo ha dimostrato con disinvoltura quando la Bonamici, ieri sera al Tg5, dopo una breve intervista, le ha chiesto a sorpresa di fare un favore al pubblico italiano. Ovvero, di accavallare le gambe, imitando la scena cult del primo «Basic Instinct». Allora, l'algida Stone, dall'alto del suo sguardo che la dice lunga sulla superiorità conclamata del suo quoziente intellettivo, ha risposto ferma: «Assolutamente no». «Rispetto a 14 anni fa, la Tramell è oggi molto più fredda, quasi un vampiro - ha invece dichiarato ieri mattina la star 48enne in un affollatissimo incontro stampa —. È una donna capace di osservare e scoprire i lati oscuri delle persone per poi poterle colpire meglio e senza pietà. «Basic Instinct 2», girato a Londra invece che nella West Coast americana, è una vera e propria versione europea, nella quale ho collaborato a tutto tondo: nella sceneggiatura, con il regista, nella scelta del direttore della fotografia, del truccatore e del costumista. Avrei voluto che fossero rimaste tutte le scene di sesso, ma molte sono state tagliate per la censura, anche se io stessa ho chiesto di reinserirne qualcuna. L'ossessione che c'è intorno alla nudità è davvero penosa, mentre dovremmo viverla in maniera più normale, magari anche facendo vedere con disinvoltura un sedere invecchiato. Non si deve più portare avanti questa missione di paura e di vergogna nei confronti della nudità. Quando si recita bisogna allontanare da sé alcune parti, anche quelle più intime della propria personalità. La Tramell, ad esempio, non ha alcuna pietà, mentre per me la pietà è l'elemento più importante in un essere umano. Non so se ci sarà un «Basic Istinct 3»: subito dopo il primo film si parlò di fare immediatamente un sequel, ma poi è arrivato dopo 14 anni e quando mi rivedo nei clip del film di Verhoeven, mi sembra di essere mia figlia». La Stone, oltre al suo amore per il cinema, e per i suoi due figli, non rinuncia all'impegno sociale. È infatti appena rientrata da Gerusalemme, ospite della Fondazione per la Pace, dove ha incontrato il premio Nobel Shimon Peres per delle iniziative umanitarie dedicate alle donne e al dialogo fra israeliani e palestinesi. «Come attrice, dall'alto delle mie scarpe di design (Mark Jacobs), ho la possibilità apolitica di incontrare i leader della terra e di capire che possa davvero esserci la pace sul pianeta. Il mio impegno è forte anche con la Fondazione sulla ricerca ant

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