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Favino: «Sei mesi in bici per Bartali»

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La serie in onda domenica 26 e lunedì 27. Musiche di Morricone

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Si è buttato anima e corpo nella corsa anche su montagne di oltre 2.000 metri con la neve e il ghiaccio. Pierfrancesco Favino si è allenato senza risparmiarsi, seguito dall'allenatore ciclistico della nazionale italiana, Luigi Bielli, e da un medico sportivo, per interpretare la leggenda del ciclismo: «Gino Bartali. L'intramontabile» nella miniserie con la regia di Alberto Negrin che andrà in onda domenica 26 e lunedì 27 marzo su Raiuno in prima serata. «Ho lavorato tanto sul corpo, sul modo in cui si muoveva Bartali. Aveva il polso morbido, agitava le mani come una donna. Ho capito - racconta Favino - che cosa si pensa in sella, quando non ce la fai. Ma non c'è nulla di eroico in tutto questo. Se mi avessero detto "devi fare uno schermitore" avrei imparato a tirare di scherma. Parlare di Bartali, che è una faccia che hai dentro e non sai perchè, significa parlare dell'Italia. Se uno dovesse scegliere dieci facce per rappresentare il nostro Paese Bartali ci sarebbe di sicuro. È un uomo che ha veicolato i valori che tutti abbiamo dentro: il lavoro, la famiglia, la fede. Queste sono le nostre radici e Bartali è il rappresentante meno bigotto di questa realtà e del passaggio dall'Italia rurale a quella industriale. Bartali fa capire che cosa è stata l'Italia, da dove veniamo». Coprodotta da Rai Fiction, Palomar e Endemol, con il soggetto e la sceneggiatura dello stesso Negrin, Giancarlo e Massimiliano Governi e Andrea Porporati e le musiche di Ennio Morricone, la serie vede Nicole Grimaudo nel ruolo di Adriana, la moglie di Bartali, oggi ultraottantenne che è stata sul set con il figlio Andrea commuovendosi, Simone Gandolfo in quello di Fausto Coppi e con la partecipazione straordinaria di Carlò Giuffrè nei panni del Cardinale Dalla Costa. «Io sono subentrato a Gianclaudio Innocenzi - spiega il produttore Carlo Degli Esposti - per un disguido legato al coinvolgimento nel governo del padre Giancarlo, all'epoca sottosegretario alle Comunicazioni. Nei titoli viene sottolineato che la serie viene da un progetto di Giancluadio Innocenzi. E non è stato facile fare un film sulla bicicletta». «Gino Bartali, l'intramontabile» racconta l'uomo oltre allo sportivo, compresa la scena della visita al Papa in maglietta e la telefonata di Alcide De Gasperi che incitava il campione a vincere il Tour De France sperando che il suo trionfo distogliesse l'attenzione degli italiani dall'attentato a Togliatti, come poi è stato. «Nel film non c'è neppure una controfigura. Gli attori - spiega Negrin - hanno pedalato per mesi, si sono allenati tutti. Ho letto tutto quello che c'era su Bartali per fare un film dove nulla fosse lasciato al caso. Tutto quello che succede è vero, ogni dettaglio controllato. E non è stato facile, il mondo sportivo conosce tutto di Bartali. Una figura attualissima. Chiunque si può identificare con lui. La somiglianza fisica non mi interessava, l'importante è che a interpretarlo fosse un attore bravo come Favino che, senza sapere nulla di questo progetto, è arrivato in bicicletta la prima volta che ci siamo incontrati. La signora Adriana e Andrea erano emozionati, hanno pianto sul set».

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