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Stefania Casini

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dall'avanguardia al corto argentino

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Ora la Casini continua da regista la sua coraggiosa ricerca dell'insolito, come dimostra il suo corto di 17 minuti «Chiudi gli occhi e vedrai», unica opera italiana presente al Festival del Cinema di Mar Del Plata. Come nasce il film? «Volevo fortemente tornare al cinema, dopo tante ore di documentari per la Tv — ha spiegato la Casini, di cui, a maggio, su Rai Educational, vedremo un'inchiesta sul comune senso del pudore in Italia — New York è stata fondamentale nella mia formazione di donna di cinema. Stare a contatto con gente del calibro di Andy Warhol, Basquiat, Keith Haring, Paul Morrissey, mi faceva sentire al centro del mondo e mi sembrava vitale anche la mia tormentata relazione con Joe D'Alessandro. Proprio a New York, con Francesca Marciano, scrissi e girai il mio primo film "Lontano da dove"». A quei tempi cercava lo scandalo, oggi come autrice sembra più matura. «Con questo corto ho cercato di trasmettere emozione erotica con le ombre e i suoni, senza ricorrere a scene esplicite. La storia vede un ladruncolo slavo (Flavio Pistilli), che svaligia un appartamento, sorpreso dall'inquilina cieca, che prende l'iniziativa e seduce il giovane, inducendolo a prostituirsi» Un punto di vista femminile che nasce dal desiderio o da frustrazione? «Non parlo nemmeno sotto tortura. La perdita della vista è da sempre una mia ossessione e con questo film, ho cercato di esorcizzarla».

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