Benvenuti attore per amore della boxe
È la «borsa» del pugile, quella per la quale si sale sul ring, ma soprattutto il metro di valutazione del valore tecnico dell'atleta, della sua aspirazione a cingersi di una «cintura» che si può tingere dei colori dell'iride. Adesso la sua esistenza è fatta di aerei che decollano, di treni che sfrecciano, di ritorni da una fuga senza mèta. E i decibel «sparati» sulle piste, il rumore inconfondibile delle rotaie conducono in un simbolico binario sino alla voce di una radio nel cuore della notte italiana: è quella di Paolo Valenti che dal Madison Square Garden di New York commenta in diretta il trionfo di Nino Benvenuti su Emil Griffith. Era il 1967. E sì, perché protagonista di un corto d'autore (segnalato quest'anno al Premio Donatello e in odore di riconoscimento) è proprio il nostro Benvenuti (68 anni il prossimo 26 aprile). Ma nulla a che vedere con «imbrogli» di alcun tipo: il grande boxeur di Isola d'Istria (nell'attuale Slovenia) presta solo l'immagine a una storia cucita tra un bordo ring e una spugna fredda, tra il sangue che segna un volto ferito e la gioia incontenibile, fatta di salti irrefrenabili e sorrisi da paradenti. A sceneggiare e dirigere il corto - «La borsa & il pugile» - è un produttore, Umberto Innocenzi, innamorato della boxe, del sogno infinito della «noble art» che lo fece scappare da Roma a New York, trentanove anni fa, proprio per vedere Benvenuti conquistare il titolo mondiale dei medi. E la storia che racconta in 13 minuti è un tributo d'amore a questo sport, al personaggio che lo incarna e a tutta una miriade di piccole, grandi emozioni che si concentrato in un quadrato, cinto da corde che riportano i protagonisti alla realtà dello scontro: diretto ma affascinante, duro ma leale, fatto di giudizi ma anche di certezze. Frank (ruolo interpretato da Nino Benvenuti) è un vecchio pugile che vive nel ricordo insopportabile di quando, quarant'anni prima, nell'incontro per il titolo mondiale, il suo manager truccò l'incontro, per una «borsa» di dollari. L'anziano pugile Frank, durante una delle sue solite visite alla vecchia palestra, legge un articolo di giornale che parla di un imprenditore al quale è stata rubata la sua borsa. Frank, a questa notizia, non può non rammentarsi del suo sfortunato passato: affiorano, così, alla sua memoria i sacrifici e le affermazioni che lo stavano per condurre al titolo mondiale. Però, all'apice della sua carriera, Frank si vede sbarrare la strada da quello che è il lato oscuro della «nobile arte», ovvero gli incontri truccati. Ma il destino, a distanza di anni, riesce a rimunerarlo del mal tolto: da un treno piove una cascata di dollari che il vento spazza via, pulendo l'aria da un brutto ricordo, restituendo credibilità alla sua vita e allo sport che ama.