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Da Craxi a Prodi: il «Giornalaio» senza censure su politici e colleghi. E sulle donne

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Prego? «Ma sì: ha dovuto lavorare sempre 18 ore al giorno. E poi è stato costretto a scegliere la politica per risolvere i suoi problemi. Decenni di sacrifici ripagati a stento con il premio del potere. Vuoi mettere con una bella giornata al mare, una passeggiata, fare l'amore?». Impagabile Funari. In trent'anni di tv avrà fatto - calcoli suoi - mezzo miliardo di domande ai suoi ospiti. Una sola gli è rimasta nel gozzo. «Questa: Cavaliere, non sarebbe stato meglio sparire, a suo tempo, e lasciare che le sue aziende andassero avanti senza di lei, senza impelagarsi in faccende di governo?». L'ultima volta che il Giornalaio e il premier si sono sentiti è stato due mesi fa. «Mi ha chiamato per farmi gli auguri per il matrimonio. Gli ho fatto notare che mi ero sposato da un bel po'. E lui: "Caro Gianfranco, ho pensato fosse bene aspettare. Lei riprende moglie ogni due o tre anni!"». Nessun secondo fine per la telefonata, giura Funari. «Berlusconi è un grande imprenditore televisivo, sa che sono la gallina dalle uova d'oro. Il problema è quella seconda fila Mediaset. Sono loro a odiarmi. Fede, Costanzo». Così, lui ha trovato un'altra "casa" dentro il video: la syndication di Odeon tv («abbiamo anche tre milioni di contatti per sera, mica spiccioli»). Da dieci anni, due volte alla settimana (mercoledì e venerdì in prime time) il Grande Epurato fa sentire la sua voce in "Extra Omnes". E in questi giorni, quasi per una subliminale affinità elettiva, fa parlare gli esclusi o gli "impresentabili" dei due Poli: Luxuria, Ferrando, Fiore e così via. Ma se, per assurdo, fosse scelto proprio lei per il duello Berlusconi-Prodi, come attaccherebbe? «Inizierei così: "Professore, qual è la verità sugli entusiasmi che suscitò la scelta dell'euro in Italia? Eravate tutti d'accordo, ora il centrodestra lo rifiuta". E all'altro: "Cavaliere, lei è andato al potere con due obiettivi: farsi i cacchi suoi e quelli del Paese. Il primo lo ha raggiunto alla grande, il secondo un po' meno. Ora che deve pensare a noi, magari non la votano più"». Come pensa che risponderebbero? «Prodi mi confermerebbe che erano tutti d'accordo, che l'euro è una benedizione di Dio. Berlusconi mi direbbe che non ha fatto varare solo 20 leggi ad personam, ma 327, e che quindi ho sparato una cazzata. La verità è un'altra». Quale? «Se tutte le classifiche confermano che l'Italia è l'ultimo Paese per crescita economica, che ci siamo entrati a fare in Europa? Il costo della vita è raddoppiato, ma quello degli immobili è centuplicato. Gli operai che avevano comprato casa per cento milioni, oggi si ritrovano un valore da un miliardo, ma non hanno soldi per fare la spesa». Come se ne esce? «Evitando lo scontro fra sindacati e Confindustria. Montezemolo l'ha capito: per questo attacca Berlusconi». Lei, Funari, non perderà mai il vizio di nuotare nelle acque della politica. «Beh, visto il momento incandescente, ho messo ai voti sul sito le prime quattro di dieci mie proposte di legge: la prima impone che alle coppie di fatto, di qualunque sesso, siano riconosciuti gli stessi diritti di quelle sposate. La seconda chiede il ritiro delle nostre truppe dall'Iraq, per reimpiegarle nelle zone del nostro Paese controllate dalla criminalità. Un'altra esige l'istituzione di un pacco di prima necessità alimentare, da vendersi a prezzi ridotti nei mercati gestiti dai Comuni. E l'ultima, la più dirompente, è sulla riforma della Rai: non prevede la privatizzazione di una rete, ma la cessione gratuita della pubblicità ad aziende i cui gestori abbiano meno di 35 anni». Spieghi. «Se il giovane imprenditore dice allo Stato: "io produco una bottiglia di qualità superiore a costi dimezzati", il servizio pubblico televisivo gli regala mille spot su una delle sue reti. Così fai informazione, non cacci un euro e salvi dalla merda una generazione che non ha futuro. Se sò magnati tutto i padri e i nonni. La mia presunzione è di far loro questo regalo». Queste leggi? La strumentalizzeranno, proprio lei. «Nun me frega gnente. I partiti girano

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