Raffaella: 25 euro e possiamo salvarli «Non saremo buonisti, ci divertiremo»
Che per non rassegnarsi a un mondo sopraffatto dall'orrore, ha scelto di rischiare: il suo nuovo programma, dopo due anni di assenza dal video, si chiama "Amore". «E non importa se stavolta farà un po' meno di ascolti del solito. Io sono sempre stata un po' anarchica nella mia carriera, e ora ho voglia di rischiare tutto». La sua - dieci puntate su Raiuno, dal 25 marzo, coprodotte con Ballandi - sarà una proposta "etica" per il sabato sera: l'adozione a distanza per i bambini dei Paesi meno fortunati. «Ma attenzione: non sarà uno show buonista, lacrimevole, pietoso: balleremo, cazzeggeremo, avremo tanti ospiti. E dopo Sanremo, canterò anch'io. Sarò autoironica, perfino. Resteranno sorpresi quelli che mi accusano di prendermi troppo sul serio». La sua parte, Raffaella l'ha fatta. Giusto due giorni fa, è diventata "madrina" per la settima volta. Aveva visto in un filmato una bambina guatemalteca, Micaela, che «per tutto il giorno trascinava una carriola piena di pietre, e che, senza smettere di sorridere, poi prendeva il braccio il suo fratellino. Ho chiesto di adottarla, mi hanno appena comunicato di averla rintracciata». Folgorata sulla via del Sudamerica, dove tre anni fa era andata per conoscere il suo primo figlioccio, Luis, Raffaella scoprì l'impegno delle Onlus «su montagne impervie dove ho rischiato la vita». Da allora, (e non solo per la sospensione del progetto "Milleluci" per questioni di budget) ha scelto di dedicarsi a questo tema: «Per senso di colpa? Chissà. A un certo punto, se hai avuto molto dalla vita e dal lavoro, devi ridare indietro qualcosa. Io non sono mai diventata madre naturale, perché quando ero una giovane star, non volevo girare il mondo con il panierino. E i miei partner, prima Gianni Boncompagni e poi Sergio Japino, avevano già dei figli. A 40 anni la natura mi ha detto no». La speranza è «dare un futuro a questi bambini, curarli, farli studiare, farli votare da cittadini consapevoli. Dobbiamo alimentare la solidarietà evitando scontri ancora più violenti fra le diverse razze. Ed evitare che siano ridotti a merce umana su quei maledetti barconi». La «goccia» della Carrà sarà dunque questo "Amore", anticipato da uno spot che Oliviero Toscani ha girato con cifra minimalista («alcuni dei piccoli che tenevo in braccio mi hanno fatto la pipì addosso», ride Raffaella): due mesi per la preparazione («ne sarebbero serviti tre, l'Auditorium Rai è ancora vuoto»), e una partenza volutamente slow («devo proporre la questione con delicatezza tutta femminile», con gli spettatori che sin dalla prima puntata saranno sollecitati a proporsi come genitori a distanza di singoli bambini di cui conosceranno la storia, i volti, ma solo privatamente. «Ogni adozione costerà 25 euro al mese, e noi creeremo il contatto diretto attraverso le 15 Onlus specializzate, tutte supervisionate dal Segretariato Sociale della Rai. Sarà un rapporto morale, non legale». Un grande centralino raccoglierà le richieste, che verranno vagliate durante la settimana. «Non chiediamo di mandare direttamente soldi alle famiglie di quei ragazzi, potrebbe essere controproducente». Molte le troupe della trasmissione sguinzagliate nei quattro continenti per realizzare servizi: ma l'asso nella manica è la «scoperta di quanti artisti si facciano in quattro con le adozioni, senza farlo sapere troppo in giro». Si illuminano gli occhi, a Raffaella, quando racconta della generosità di un noto cantautore romano. E non vede l'ora di «veder accendersi sul display dello studio la luce della prima adozione realizzata. Sarà come se quel bambino nascerà una seconda volta». A "rovinarla", a convincerla a tuffarsi nel mare magnum del sociale fu, a suo tempo, "Pronto Raffaella". «Un programma in cui la vita entrava in modo così forte da farmi venir paura ad andare avanti. Somatizzavo tutto». Poi "Carramba", ovvio («uno show che non morirà mai»), dove Celentano «mi fece la sorpresa di presentarsi in diretta dopo aver scritto che quelle storie erano tutte false. Io gli avevo risposto