Jazz all'italiana al Guggenheim Museum di New York
Fra il 28 marzo e il 2 aprile il Birdland, lo storico locale di New York, risuonerà delle note di una quindicina di solisti capeggiati da straordinari pianisti, i migliori a livello mondiale, Dado Moroni, Enrico Pieranunzi, Danilo Rea e Stefano Bollani, ma anche da Enrico Rava e Paolo Fresu, Giovanni Tommaso e Francesco Cafiso. Insomma, pur con quale assenza ingiustificata, quella di Rosario Giuliani ad esempio, il top del jazz italiano. Promotori Umbria Jazz e, per la prima volta, il Parco della Musica di Roma che sarà, al cinquanta per cento, partner dell'operazione. «Sono stato a New Orleans da poco per un reportage - afferma il presidente di Umbria Jazz Renzo Arbore - e ho scoperto la gratitudine che i musicisti hanno per la nostra manifestazione». «È una iniziativa - spiega Carlo Fuortes - che rientra in un intervento di valorizzazione dell'Auditorium a livello mondiale. Nei mesi scorsi l'abbiamo presentato a Parigi, Berlino e Buenos Aires. La trasferta dei nostri migliori musicisti di jazz a New York, rientra nell'ottica del lancio del jazz italiano negli Stati Uniti, anche in ragione del fatto che quasi l'ottanta per cento della nostra programmazione è a carattere jazzistico. Quasi duecento concerti jazz all'anno». Un numero davvero imponente a cui si debbono aggiungere gli altri organizzati dalla Casa del Jazz e dei vari club, come l'Alexander Platz e La Palma. Tutte le esibizioni si svolgeranno al Birdland, il locale cult del jazz newyokese, oggi al 315 west della 44ma strada, aperto il 15 dicembre 1949, al 1678 di Broadway, con una storica esibizione di Charlie "Bird" Parker a cui il locale era dedicato. Al Birdland, in oltre cinquant'anni, hanno suonato grandi del jazz, come John Coltrane, ma anche i Weather Report e i Manhattan Transfer, mentre il pianista George Shearing titolò una sua composizione, «Lullaby of Birdland», divenuta un successo internazionale e che fece conoscere il nome del club in ogni parte del mondo. Sei notti tutte dedicate al jazz made in Italy che sta ormai interessando, non solo il pubblico, ma anche critici e studiosi che ormai considerano i nostri musicisti e la loro musica la vera novità del jazz di oggi. «La ragione di questo interesse - ha detto Danilo Rea - è dovuta al fatto che ormai ci siamo definitivamente svincolati dall'imitazione del jazz americano e abbiamo un nostro stile». Danilo Rea, ha soggiunto Carlo Pagnotta, direttore artistico di Umbria Jazz, sarà inoltre protagonista, il 30 marzo, di un concerto per pianoforte solo al Guggenheim Museum dove improvviserà su celebri aree dei maggiori compositori di musica operistica. Lo stesso che due anni fa presentò all'Auditorium con grandissimo successo.