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Addio a Farka Tourè il chitarrista blues con l'Africa nel cuore

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LUTTO NEL ROCK

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Vincitore di due Grammy, l'ultimo dei quali il mese scorso per «In the Heart of the Moon», registrato con il suo concittadino Toumani Diabate, Ali Farka Tourè divenne famoso in tutto il mondo nel 1994 grazie all'album «Talking Timbuktu», registrato con il chitarrista texano Ry Cooder. Sarà seppellito a Niafunke, la cittadina del Mali dove è nato e di cui era anche sindaco. «Ali Farka Tourè si pone all'interno di una moda internazionale esplosa negli anni '80 - spiega Guido Michelone, docente di Musica africana e afroamericana all'Università Cattolica di Milano - riconducibile al fenomeno della world music. Si tratta di esperienze musicali che uniscono tradizioni e linguaggi provenienti da aree geografiche diverse, spesso molto lontane fra loro. Nel caso di Tourè la sintesi avviene tra la musica folklorica dell'Africa nera e il blues». La musica di Tourè utilizza, oltre alla chitarra blues-elettrica, strumenti e stilemi della tradizione locale del Mali, Paese di per sé poverissimo e a continuo rischio desertificazione. Ali Farka ha investito parte dei propri guadagni in opere di fertilizzazione per migliorare la vita del villaggio dove è nato e vissuto.

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