Baudo e Pupo turbano i sonni di Panariello
Nuova frana di ascolti per Sanremo. Il conduttore si incolpa, qualcuno gongola
Per salvare Sanremo basta Raffaele Morelli, lo psic che imperversa da Costanzo. Il Festival si sta infatti trasformando in un dramma freudiano, con il povero Panariello che anche quando va a prendere il caffé al bar continua a ripetere: «È colpa mia. Non ci ho messo lo zucchero». Come finisce finisce, qui occorre rimuovere l'incaglio nell'anima del conduttore, che si immola pur di assolvere il truppone degli autori, e Del Noce, e Raiuno, e magari anche il croupier del Casinò. Perso nel buio dell'inconscio, il toscanaccio non si avvede che qualcuno, nella famigliona della tv pubblica, se non rema contro almeno gongola. Tanto l'anno prossimo si cambia. Tutto. Giorgio è atteso da un film e da una tournée estiva. Per nuove avventure a Viale Mazzini ci sarà tempo. Forse. La frana. Prendete il quaderno a quadretti. Rispetto alla serata d'esordio, quella di martedì ha perso altri sette punti di share: 37,33 per cento, meno di dieci milioni di spettatori. Negli ultimi dieci anni ha fatto peggio solo l'edizione Renis-Ventura: come media di audience, perché il pubblico reale è stato addirittura inferiore. Del Noce minimizza: parla di «calo fisiologico», si appella a «San Gennaro per un miracolo». Gli altri maggiorenti della Rai mischiano i numeri, come a Porta Portese. Panariello rialza per un momento il sipario chiuso della sua faccia: «domani andrà meglio, e se proprio questo sarà il festival peggiore, di certo sarà stato coraggioso». Dopo essersi flagellato a dovere, Giorgione inciampa però sui "Pacchi": «Siamo partiti dal 24% e tutto quello che di meglio è venuto dopo, è frutto del lavoro mio, di Ilary e di Victoria». E di Totti, magari, che con lo zampone in platea ha fatto registrare il picco. Pupo reagisce indignato: «Altro che 24%: ho dato la linea al Festival al 31%, dopo essere partito al 19%. Addirittura, Sanremo ha avuto un calo subito dopo. Lasciamo stare le polemiche. Ma almeno diciamo la verità». Poi si cuce la bocca. Tornare da conduttore all'Ariston è il suo grande sogno. Ma davanti a lui c'è un rivale ingombrante. L'ombra di Pippone. Baudo ha scelto il fair-play. «Non facciamo i medici frettolosi», concede di fronte al disastro sanremese. Perché è lui il candidato praticamente unico per l'edizione 2007 (Fiorello torna con il suo show tv in autunno, impensabile vederlo rischiare qui), quando l'attuale direttore artistico Gianmarco Mazzi tornerà a nuotare nelle acque calde della discografia. A Pippo, che non si è trasferito in Riviera neppure per il suo segmento di "Domenica In", non resta che aspettare. Passate le elezioni (l'unica incognita è quella con Vespa direttore generale in caso di vittoria del Polo), Baudo potrà tornare nella sua "casa" ligure, a curare per tempo la scelta del cast musicale. E il rispetto del regolamento. Il pasticciaccio. Fate attenzione: l'elenco dei partecipanti alle eliminatorie dopo la prima serata era stato stilato troppo in anticipo. Con il risultato che i voti di lunedì sono risultati praticamente inutili. Per esempio: i primi tre della classifica provvisoria iniziale nella categoria gruppi (Nomadi, Zero Assoluto e Noa-Fava) si scontrano stasera, e uno di loro dovrà uscire. Gli altri (Sugarfree, Finizio-Scampia, Venuti), che erano finiti più sotto nella graduatoria, si erano confrontati l'altro ieri, e in due hanno passato il turno. Prova a spiegare Mazzi: «Volevamo evitare il match tra artisti simili». Come con le teste di serie della Champions. Poi si allontana, scuote il capo e a mezza bocca ammette che «la prossima volta bisogna pensarci meglio». Nel frattempo, i primi eliminati sono i più trasmessi dalle radio. La convenzione. L'accordo quinquennale tra Rai e comune di Sanremo scade nel 2008. Un affare da 100 o da 200 milioni di euro complessivi, a seconda dei punti di vista. Tra programmi satellite e indotto locale ci guadagna sopratutto la città. In giunta sono molto affezionati al rapporto con Viale Mazzini, e quelli di Mediaset non si dicono affatto interessati a sfilare il Festival ai rivali. Neppure in caso