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Poche canzoni memorabili. E c'è chi punta sui piazzamenti di Nomadi e Povia. Questa sera il via

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Il Festival dei cattivi pensieri

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Poi i Nomadi e Povia, outsider Grignani e Noa-Fava. Questa la classifica finale del 56mo Festival di Sanremo. Direte: ma come, deve ancora iniziare. Però è il pissi-pissi dell'edizione 2006, e come diceva uno che se ne intende, a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca. Perché nella settimana topica l'Ariston diventa come il Palazzo della Lubianka, ai tempi belli del Kgb, o Wall Street due minuti prima della chiusura. Tutto un fiorire di trattative segrete, di giochi sottobanco, "io vengo se mi assicuri che", "ti porto l'artista se finisce alto", "l'altr'anno hanno vinto quelli della scuderia rivale". O forse è l'immaginazione che galoppa quando vedi due che parlano con la bocca che pare storta da un ictus, che si fanno gesti criptici come allo scopone scientifico: naturalmente il concorso non è taroccato, così come i guardalinee non hanno mai un occhio di rispetto per la Juve e i ricchi pagano le tasse. Ma gli italiani, che sono puzzoni e diffidenti, non ci credono: un sondaggio dell'altro giorno ha stabilito che ben l'86 per cento dei connazionali reputa che a Sanremo sia tutto deciso in via preventiva. Hai un bel cambiare il sistema di voto: non erano sicure le cartoline del Totip, figurarsi il televoto. Del resto, anche per il referendum tra monarchia e repubblica si registrarono voci di brogli. Povero Festival, sempre indagato, mai assolto. La vera grana è che quest'anno non c'è "la" canzone, e dunque si va per esclusione. A favore di Dolcenera gioca l'onda di ritorno da reality show: il suo indolente gattamortismo fu premiante a "Music Farm", così come la sua versatilità di interprete. E a spargere un po' di sugo su un amorazzo surgelato c'è, anche qui, il fantasmone del vituperato Baccini. Che dopo aver preso un due di picche da Dolcenera e un altro dai selezionatori del Festival, si materializzerà venerdì sera per un duetto con Povia. Se non è voluta, è comunque una drammaturgia intrigante. A giocare contro la dark lady pugliese potrebbe essere invece quel "vaffa" che sparerà nel microfono, come da spartito della sua non memorabile "Com'è straordinaria la vita". Sarebbe il primo turpiloquio ufficiale della storia sanremese, ma non un segno devastante dei tempi che cambiano: da mezzo secolo la commedia all'italiana squaderna parolacce a destra e a manca. C'è poi la performance-choc di Anna Oxa, che in "Processo a me stessa" cerca l'impossibile punto di intersezione tra un esorcismo e un tuffo lirico, con i versi di Pasquale Panella dove ci vien detto che "spuntava la primizia dei miei seni/come in mare due punte di scoglio/li ho messi nelle mani di chi afferra/concessi come l'uva nella bocca". Amen. È comunque difficile trovare un senso a questo Festival, ancora una volta così deliziosamente anacronistico. Con i ragazzini che a ogni vip-nip che entra in teatro emettono stridii da far gelare il sangue, e immagini li abbia messi sotto un Tir. Poi però se ne fregano delle canzoni in gara, e nei loro I-pod gira tutt'altro. E la scenografia più che Hollywood fa tanto Las Vegas, con quel chitarrone illuminato piazzato da Dante Ferretti davanti al fondale da maxischermo. L'effetto, senza il thriller della scalinata, è piattino assai, almeno da sotto il palco. Diverso sarà vederlo in tv, per chi vorrà: ma quest'anno esistono alternative, perché il buon Panariello non gode del gentlemen agreement che l'anno scorso pretese Bonolis, trionfatore qui e poi puntualmente passato a Mediaset. Sulle reti del Biscione imperverseranno i reality: quelli dei contadini per caso e quelli dei signor nessuno rinchiusi a Cinecittà. Ormai è destino che Sanremo sia agganciata alle trasmissioni sull'irrealtà-a-eliminazione. Non a caso, quest'anno il regolamento prevede che ogni sera qualcuno dei concorrenti vada a casa, senza appello. La vera competizione, in fondo, stavolta è proprio quella dell'audience. Con Panariello a sudare sette camicie per trovare gli ospiti giusti da portare sul palco. Stasera ci sarà un gustoso pas-de-deux con John Travolta, per domani è già più comp

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