IL GRAFFIO
Una graziosa trappola. Volevano che salissi sul palco accompagnato, e davvero non si poteva fare. Dapprima c'era stata la richiesta di farmi cantare in coppia con la signora Power. Neppure lei - stando a quello che ho letto sui giornali - era disponibile, e comunque non mi sembrava una grande idea. Poi, dopo la mia mancata inclusione nella gara, mi è stato proposto un rientro per la serata dei duetti, quella del venerdì. Avrei dovuto esibirmi al fianco di Ivana Spagna: con tutto il rispetto per la collega, non mi sembrava davvero il caso. Credo che il mio ruolo fosse quello di protagonista, non quello dello sponsor altrui. Pazienza: si vede che quest'anno il Festival dovevo proprio vedermelo da casa. Mentre i miei fans potranno rinfrescare la memoria con il mio nuovo cd, in uscita il 2 marzo, dove propongo nuove versioni di tutte le mie canzoni sanremesi, compresa quella che evidentemente non hanno apprezzato, nei mesi scorsi. Però, viva il Festival. La canzone italiana ha bisogno di ritrovare lo slancio dei tempi d'oro: serve una nuova "Volare", una "Io che non vivo più di un'ora senza te", gioielli che immediatamente diventavano investimenti da export, che con la loro qualità artistica avevano creato il made in Italy nel mondo, creato ricchezza, procurato prestigio al Paese e a Sanremo. Per questo, credo che la rassegna debba tornare a concentrarsi su quello che è il suo fine: la valorizzazione nel nostro patrimonio musicale. Negli ultimi dieci anni il Festival ha fatto parlare di sé più per il gossip o per la sua ipertrofia televisiva, con ospiti che magari valevano un Nobel ma che non c'entravano nulla con le sette note. Rilanciamo il marchio, altrimenti gli altri si dimenticheranno di noi. E rinnovo il mio appello a tanti colleghi che insistono a non voler dare una mano all'"azienda musica" nazionale: toglietevi la puzza da sotto il naso, e salite su quel palco. Come hanno fatto Vasco Rossi o Celentano, che non sono gli ultimi arrivati. Stasera mi godrò lo spettacolo, senza rabbia né desideri di vendetta. Poi ne parleremo insieme. A Panariello, i più sinceri auguri. Da parte mia, spero di non dover mai selezionare dei comici, come ha dovuto fare lui con i cantanti. Rischierei anch'io di commettere qualche errore.