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«Vorrei un programma di approfondimento» Rai o Mediaset fa lo stesso, purché ci sia qualità

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Ilaria D'Amico, corteggiata insistentemente da Rai e Mediaset, ogni domenica regge la concorrenza con «Quelli che il calcio» su Raidue, priva dei diritti calcistici, e con la «Buona domenica» di Canale 5, conquistando persino il 13% di share. Un risultato che, per una emittente satellitare, non visibile in chiaro, è di tutto rispetto ed è destinato a crescere, come sottolineano gli stessi responsabili di Sky. Ma per la signora del calcio domenicale sorprendentemente non c'è soltanto l'italica pedata nel proprio futuro professionale, ma un settore dell'informazione completamente differente, come lei stessa ci svela, che potrebbe anche portarla sulle reti generaliste. È dei giorni scorsi l'indiscrezione secondo cui lei potrebbe essere la nuova padrona di casa de «La talpa», il reality di Italia uno. Conferma? «Assolutamente no. Il reality show è lontano dalle mie corde professionali. Esiste, però la volontà da parte delle reti generaliste di impegnarmi. Ci sono delle proposte, ma sono di tutt'altro genere. Puntualizzo di non avere alcuna preferenza per nessuna delle emittenti generaliste, perché io miro alla qualità del progetto televisivo che potrebbe vedere la luce sulla Rai, su Mediaset, ma anche su La7. Se le condizioni di lavoro rimarranno ancora così gratificanti e soddisfacenti per me a Sky, oasi felice dove regna la meritocrazia, il progetto sport nel quale sono attualmente impegnata e che è destinato a crescere, andrà avanti». Vuol dire che potrebbe conciliare il calcio con altri settori dell'informazione magari su altre reti? «Certo, le lusinghe da parte di Sky ci sono, ed io fruisco di una grande libertà decisionale grazie ai due direttori Corcione e Giovanni Bruno. Questo è il primo anno che ho investito solo sullo sport. Adesso ho voglia di scegliere, di sperimentare, di dare spazio alla mia passione per l'approfondimento politico». In quale maniera crede sia realizzabile il suo obbiettivo di un programma sulla politica? «Penso ad una trasmissione di riflessione sociale e politica che si ponga come una via di mezzo tra l'approfondimento classico sullo stile di Vespa, Mentana, Floris, e l'indagine sociale al servizio del cittadino che propone "Mi manda Raitre". Gestirei l'appuntamento con un piglio al femminile il cui fine è di intercettare il bisogno dei cittadini, soprattutto delle donne, di sentire la politica più vicina alla propria quotidianità. Prescindendo dalla consultazione elettorale del 9 aprile, io sento che la politica potrebbe essere un grande stimolo per me e desidererei coltivare questa passione in simbiosi con il mio impegno nel calcio, al quale devo la grande popolarità». Come giudica i grandi dell'informazione politica con i quali potrebbe anche scontrarsi? «Bruno Vespa è un inarrivabile maestro di equilibri che ha caratterizzato il suo "Porta a porta" come un salotto politico e nazional popolare in grado di mantenere alta la propria dignità. Il più giovane Giovanni Floris ha delle incredibili capacità dialettiche grazie alle quali il suo "Ballarò" è divenuto punto di riferimento. Enrico Mentana con "Matrix" infine rappresenta la novità, la sperimentazione che si fa strada decorosamente nella tradizione dell'informazione made in Italy rivolta ad un pubblico più giovanile». Di quali altri sport si interessa oltre il calcio? «Ho praticato e continuo ad amare lo sci, la pallavolo ed il tennis. Seguo anche la box ma solo come spettatrice in Tv».

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